❌ Risposta errata!

🔎 Spiegazione: La principale differenza è che nel breve periodo esistono fattori produttivi fissi, mentre nel lungo periodo tutti i fattori diventano variabili.

😔 Purtroppo la risposta è sbagliata!

🔎 Nel lungo periodo non ci sono costi fissi.
Il lungo periodo è per definizione quel lasso di tempo abbastanza lungo da permettere all'impresa di adeguare tutti i fattori della produzione. Nel lungo periodo non ci sono input fissi (e quindi non ci sono neanche costi fissi).

❌ Purtroppo la risposta è sbagliata! 😔

🔎 I costi fissi, per definizione, non variano con il variare della produzione.
Quindi non aumentano (e non diminuiscono)

❌ Purtroppo la risposta è sbagliata! 😔

🔎 La curva di costo marginale (MC) interseca la curva dei costi variabili medi (AVC)nel punto di minimo della curva, che nel grafico è il punto B.

❌ La risposta purtroppo è sbagliata! 😔

La linea di isocosto rappresenta tutte le combinazioni possibili dei fattori produttivi che comportano lo stesso costo.
I due punti (A e B)si trovano sulla stessa linea di isocosto, quindi hanno lo stesso costo.
Ciò che cambia tra loro è la combinazione di lavoro (L) e capitale (K)impiegata.

❌ Purtroppo la risposta è sbagliata! 🥲

🔎 Spiegazione: La curva del costo variabile medio (AVC) è inizialmente decrescente e poi crescente, formando una "U".

Il costo variabile medio è dato dalla divisione dei costi variabili (VC)per la quantità prodotta.

Possiamo vederlo graficamente nell'immagine qui sotto:

🤨 La risposta è quella sbagliata!

🔎 Spiegazione: Il costo fisso medio (AFC - Average Fixed Cost)è dato dalla divisione dei costi fissi per la quantità prodotta. Il numeratore (costi fissi)è una costante. Se il denominatore (quantità prodotta)aumenta, allora i costi fissi medi diminuiranno.

AFC = FC / q

Il costo fisso medio diminuisce all’aumentare della produzione perché i costi fissi vengono distribuiti su un numero maggiore di unità.

❌ Purtroppo la risposta non è quella giusta! 😔

🔎 Spiegazione: I costi variabili sono quelli che dipendono direttamente dalla quantità di output prodotto, aumentando all’aumentare della produzione.

❌ Purtroppo la risposta non è quella giusta! 😔

Il punto A si trova sull'asse delle ascisse (dove abbiamo inserito la quantità di lavoro, L).
Tutti i punti sull'asse delle ascisse hanno capitale nullo (K=0).

❌ Purtroppo la risposta è sbagliata! 🥲

Quella giusta era "Vero".
🔎 Spiegazione: Nel lungo periodo, tutti i costi sono variabili poiché l’impresa può modificare la sua capacità produttiva.

🤨 La risposta purtroppo è quella sbagliata! ❌

Il lungo periodo è, per definizione, quel periodo di tempo abbastanza lungo da permettere l'adeguamento di tutti i fattori produttivi.
Quindi, nel lungo periodo non ci sono costi fissi!

🥲 Risposta sbagliata! Vediamo perché.

🔎 Spiegazione: Se il costo marginale è crescente ma inferiore al costo medio totale, il costo medio totale può ancora diminuire.

😔Purtroppo la risposta non è quella giusta!❌

🔎 Spiegazione: Quando il costo marginale è uguale al costo medio totale, il costo medio totale è al suo minimo.

❌ La risposta non è quella corretta! 😱

Spiegazione: Le economie di scala derivano dalla riduzione del costo medio grazie a una produzione più elevata, che consente un miglior utilizzo delle risorse.

Se l'impresa vede che aumentando la quantità prodotta si riduce il costo medio, allora lo farà.
Se vede che aumentando ulteriormente la produzione il costo medio inizia ad aumentare anch'esso, significa che sta subendo diseconomie di scala, quindi non è conveniente.

❌ La risposta non è quella giusta!

Spiegazione: Se un’impresa produce a un livello inferiore alla minima scala efficiente, non sfrutta appieno le economie di scala e quindi i costi medi sono più alti.

❌ La risposta non è quella giusta! 😱

Spiegazione: La formula del costo totale è: Costo Totale = Costi Fissi + Costi Variabili.

😔 La risposta purtroppo è quella sbagliata!

Spiegazione: Nel lungo periodo, tutti i fattori produttivi sono variabili, poiché l’impresa ha il tempo necessario per adeguare la propria capacità produttiva.

❌ Purtroppo la risposta è sbagliata. Quella giusta era "Vero".

🔎 Spiegazione: I costi variabili aumentano all'aumentare della produzione e diminuiscono quando la produzione si riduce.

😔La risposta non è quella giusta!

Spiegazione: Il costo medio (AC) si ottiene dividendo il costo totale (TC) per la quantità prodotta (q): AC = TC / q.

❌ La risposta è sbagliata! 😔

I costi fissi medi (AFC)sono dati dal rapporto tra costi fissi FC diviso la quantità prodotta.

I costi fissi (FC)sono una costante. Se il denominatore (q - quantità prodotta)aumenta, allora i costi fissi medi diminuiranno.

In altre parole, il costo fisso medio è sempre decrescente. Più ci spostiamo a destra nell'asse della quantità (asse delle ascisse), minore sarà il costo fisso medio. Questo perché il costo fisso totale (FC) è spalmato su una quantità maggiore (q).

❌ Purtroppo la risposta che hai dato è sbagliata!

L'unica risposta che poteva confondere era "Costi totali". Ma non si poteva trattare di costi totali, in quanto nella domanda si diceva che nell'impresa ci sono anche costi fissi.

Dunque, dal momento che il grafico partiva dall'origine, si tratta necessariamente di costi variabili:

😔 Risposta sbagliata!

Spiegazione: Il costo marginale (MC) rappresenta l'incremento del costo totale derivante dalla produzione di un'unità aggiuntiva di output.

❌ Purtroppo la risposta che hai dato è quella sbagliata!
I costi fissi sono quei costi che non variano al variare della quantità prodotta.
Sono i costi relativi agli input fissi. Il costo di questi input, che non varia con il variare dell'output, è detto costo fisso, e lo indicheremo con FC (da Fixed Cost).
Sappiamo che i costi fissi sono costanti (non variano, a prescindere dalla quantità di output). Quindi graficamente sono rappresentati da una retta orizzontale.

🙈 La risposta purtroppo è quella sbagliata!

Spiegazione: Il costo totale (TC) nel breve periodo è dato dalla somma dei costi fissi (FC) e dei costi variabili (VC): TC = FC + VC.

😔 La risposta non è quella giusta!

🔎 Spiegazione: Nel breve periodo, i costi fissi rimangono invariati indipendentemente dal livello di produzione.

❌ La risposta che hai dato non è quella corretta. Vediamo perché!

Il breve periodo è, per definizione, quel lasso di tempo così corto da non permettere l'adeguamento di almeno uno dei fattori della produzione.

Significa che nel breve periodo l'impresa non può modificare almeno un fattore (ad esempio, non può dismettere un macchinario, sostituirlo, cedere un capannone che ha preso in affitto).

Nel breve periodo, un'impresa sostiene sia costi fissi (che non variano con la quantità prodotta) sia costi variabili (che variano con la produzione).

😔 La risposta che hai selezionato purtroppo non è quella giusta.
Tutti i costi elencati erano costi espliciti, tranne uno:

Spiegazione: Un costo implicito è un costo che non comporta un esborso di denaro, come l'interesse che si sarebbe potuto guadagnare investendo i fondi propri altrove.

🥲 Purtroppo la risposta che hai dato è quella sbagliata!

✅ Spiegazione: Gli economisti considerano sia i costi espliciti (monetari) sia i costi impliciti (opportunità).

❌ Purtroppo la risposta che hai selezionato non è quella giusta!
Vediamo perché: Il costo opportunità rappresenta l'ammontare del miglior impiego alternativo delle risorse, ossia ciò a cui si rinuncia scegliendo una determinata alternativa.

❌ Purtroppo la risposta è sbagliata!

Gli economisti tengono conto sia dei costi espliciti (che implicano pagamenti effettivi) sia dei costi impliciti (che non comportano esborsi di denaro) nel calcolo dei costi totali di un'impresa.