I quattro modi di spendere e il Welfare State secondo Friedman

Milton Friedman, uno degli economisti più influenti del XX secolo, ha sviluppato una teoria semplice per illustrare quattro modi di spendere.

Questa teoria è inserita in un capitolo del libro “Liberi di scegliere” che spiega perché secondo l’autore il cosiddetto Welfare State sia intrinsecamente difettoso e poco efficiente.

Friedman ha individuato quattro modi fondamentali di spendere denaro, basati su due variabili: chi spende il denaro e per chi lo spende. Ogni combinazione di queste variabili porta a comportamenti diversi in termini di efficienza e attenzione ai costi. Vediamoli uno per uno.

Origini del Welfare State

Il welfare state è un sistema di protezione sociale finanziato dallo Stato. Cose come le pensioni pubbliche, la sanità pubblica, la pensione di accompagnamento, i controlli sanitari e la regolamentazione delle etichette alimentari sono tutti strumenti di Welfare State.
In altre parole, è un sistema attraverso il quale lo Stato protegge i suoi cittadini il più possibile, su tante aree della loro vita.

Ovviamente, ci sono diverse forze che spingono la storia verso certe scelte. In ogni epoca esistono situazioni contingenti che fanno sì che qualcosa capiti. Lo stesso si può dire della nascita del Welfare State.
Altrettanto ovviamente, non è questa la sede adatta (e chi scrive non è la persona adatta) a scrivere un trattato di storia. Ci limiteremo a dare alcuni cenni sul come sia nato il Welfare State.

Il primo Stato moderno ad attuare politiche di welfare fu il neonato impero tedesco guidato dal cancelliere Otto von Bismarck. Anche se può apparire contraddittorio che sia stato un nobile autocratico a dare il via ad uno dei cavalli di battaglia dei socialisti, in realtà non lo è affatto. Non c’è nessuna contraddizione.
Sia gli aristocratici conservatori che i socialisti credono fermamente nel controllo da parte dello Stato rispetto allo scambio volontario.
Ciò che li differenzia è soltanto l’opinione su chi debba comandare.

In seguito la Gran Bretagna ha istituito politiche di welfare incisive, con l’Old Age Pensions Act (1908) e il National Insurance Act (1911).

Franklin Delano Roosevelt, presidente americano democratico, ha introdotto una serie di misure di welfare originariamente pensate come temporanee per fronteggiare la crisi americana degli anni ’30 del XX Secolo, che poi hanno finito per diventare misure permanenti (cosa che spesso accade con i programmi goverativi).

Otto von Bismarck

Cosa c’è che non va nel Welfare State?

Il Welfare State è divisivo, ed è quotidianamente in un modo o nell’altro oggetto di dibattito politico, spesso per ragioni di opportunità politica piuttosto che per ragioni puramente logiche o economiche.

Il cuore della diatriba è a mio avviso prima di tutto filosofico, e solo dopo economico:

  • C’è chi pensa che uno Stato debba prendersi cura dei cittadini, faccia da padre, madre, mentore e amico fidato. Ovviamente mantenere il Welfare State ha un costo, che viene sostenuto da tutti noi attraverso le nostre tasse.
    Questo è ormai quasi un fatto ovvio e incontrovertibile nei paesi avanzati. Per avere un paese avanzato ci vuole uno Stato grande.
    Quindi il termine “assistenza sanitaria gratuita” che a volte viene usato è impreciso. “Assistenza sanitaria universale” è più preciso. Per i sostenitori del Welfare State il costo pagato attraverso le tasse è giustificato dai servizi eccellenti e accessibili a tutti forniti.
  • C’è chi invece pensa che lo Stato debba fare il meno possibile, che sia meglio lasciare i soldi il più possibile nelle tasche dei cittadini, che sanno come spendere i propri soldi meglio di come li spenderebbero per loro conto i funzionari statali.
    I sostenitori di questa visione pensano anche che quando i soldi sono spesi dallo Stato per conto dei cittadini, ci siano delle inevitabili inefficienze.

E qui veniamo al punto di Milton Friedman (che ovviamente rientra nella seconda categoria).

Secondo Milton Friedman il Welfare State nasce con un peccato originale, che risiede proprio nel modo in cui gli individui razionali spendono. Spieghiamoci meglio!

I quattro modi di spendere secondo Milton Friedman

Friedman fa un ragionamento molto semplice, eppure molto efficace (è una caratteristica distintiva dell’autore). Egli classifica i modi in cui si può spendere del denaro secondo due variabili:

  • Di chi sono i soldi spesi? Propri o di qualcun altro?
  • Per chi vengono spesi? Per se stessi o per qualcun altro?

Vediamolo meglio in una matrice a doppia entrata:

Matrice 4 modi di spendere Friedman

Vediamo che ci sono quattro possibili scenari. Analizziamoli molto brevemente uno per uno.

Spendere i propri soldi per sé stessi – Scenario 1

Quando una persona spende i propri soldi per sé stessa, ha un forte incentivo a ottenere il massimo valore possibile. In questo caso, cerchiamo il miglior equilibrio tra qualità e prezzo perché il denaro è nostro e siamo direttamente interessati ai benefici che otterremo.

Esempio pratico: Immagina di voler acquistare un nuovo smartphone. Confronti i prezzi, leggi recensioni, valuti le caratteristiche tecniche e cerchi lo sconto migliore. Sei motivato a ottenere la massima qualità al prezzo più basso.

Efficienza: Molto alta. Chi spende è consapevole del costo e del beneficio.

Spendere i propri soldi per qualcun altro – Scenario II

In questa situazione, l’attenzione al prezzo rimane alta, ma la qualità o l’adeguatezza del prodotto potrebbe non essere altrettanto curata. Questo accade perché, pur spendendo i propri soldi, il compratore non è direttamente interessato a utilizzare il bene acquistato.

Esempio pratico: Stai comprando un regalo di compleanno per un amico. Probabilmente cercherai qualcosa che abbia un buon prezzo, ma potresti non sapere esattamente se sarà utile o apprezzato.

Efficienza: Medio-alta. Chi spende è attento al costo, ma potrebbe non massimizzare il valore per il destinatario.

Spendere i soldi di qualcun altro per sé stessi – Scenario 3

Qui entra in gioco un cambiamento significativo: chi spende non ha più il controllo sui fondi, ma beneficia del prodotto o del servizio acquistato. Questo porta spesso a una minore attenzione ai costi e a un aumento della spesa.

Esempio pratico: Sei in viaggio per lavoro e la tua azienda rimborsa tutte le spese di vitto e alloggio. Potresti scegliere un hotel più costoso del solito o cenare in un ristorante di lusso, perché tanto non paghi tu.

Efficienza: Medio-bassa. Chi spende cerca di massimizzare il proprio beneficio, ma senza preoccuparsi troppo del costo.

Spendere i soldi di qualcun altro per qualcun altro – Scenario 4

Questo è il caso in cui si verifica la minore efficienza. Chi spende non è direttamente coinvolto né nella spesa né nel beneficio. È il tipico scenario della spesa pubblica o della gestione di grandi fondi aziendali, dove il denaro viene utilizzato senza un forte incentivo a ottimizzare costi e qualità.
In quest’ultimo caso, tra l’altro, la tentazione di usare il denaro di altri per avvantaggiare se stessi è alta.

Esempio pratico: Il governo utilizza le tasse dei cittadini per finanziare progetti pubblici. Sebbene ci siano controlli e regolamentazioni, spesso si verificano sprechi, inefficienze o allocazioni errate delle risorse.

Efficienza: Bassa. Chi spende non ha un interesse diretto a minimizzare i costi o a massimizzare i benefici.

Qual è il nesso tra il Welfare State e i 4 modi di spendere?

Secondo te, quale dei 4 scenari si applica ai funzionari pubblici che lavorano nelle agenzie governativi?

Hai pensato bene: lo scenario 4. Spendono i soldi di qualcun altro (dei contribuenti)per qualcun altro.
In aggiunta alle inefficienze implicite nel modo di spendere, c’è la tentazione di approfittare di questa disponibilità e usarne un po’ per se.

In un mondo ideale, ci sarebbero tutti i funzionari pubblici integerrimi, che lavorano con abnegazione e spendono nel modo più efficiente possibile il denaro dei contribuenti.
Ma noi viviamo nel mondo reale, e questo non succede.

Inoltre Friedman fa anche un’altra considerazione: è possibile spendere i soldi di qualcun altro soltanto prendendoli da loro, che implica l’uso della forza.
L’uso della forza è alla base del Welfare State.

Conclusione

In conclusione, Milton Friedman critica il Welfare State evidenziandone le inefficienze intrinseche attraverso la sua teoria sui quattro modi di spendere il denaro. Secondo l’economista, il problema principale risiede nel fatto che i funzionari pubblici gestiscono risorse che non appartengono loro e le destinano a terzi, senza un incentivo diretto a massimizzare l’efficienza o a ridurre i costi. Questo porta inevitabilmente a sprechi e cattiva allocazione delle risorse. Inoltre, Friedman sottolinea come il Welfare State si basi sulla coercizione fiscale, sollevando un dibattito filosofico ed economico sulla legittimità e sulla convenienza di tale sistema.

E tu? Cosa ne pensi delle quattro situazioni descritte da Friedman e del Welfare State in generale? Scrivilo nei commenti!

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