I costi fissi sono quei costi che non variano al variare della quantità prodotta.
Come abbiamo già ripetuto più volte nel post sui costi in microeconomia (e fidati, lo ripeteremo ancora!), nel breve periodo ci sono alcuni input che non possiamo modificare facilmente. Questi input restano gli stessi indipendentemente da quanto produciamo: sono i input fissi.
Ora, visto che questi input non cambiano, nemmeno il loro costo cambia. E infatti il costo che paghiamo per questi fattori produttivi prende il nome di costo fisso, abbreviato in FC (Fixed Cost in inglese).
Ma cosa vuol dire in pratica? Facciamo un esempio. Immagina di avere una fabbrica: hai bisogno di un capannone per lavorare, giusto? Ecco, l’affitto di quel capannone è un costo fisso perché devi pagarlo sempre, indipendentemente da quanta produzione fai.
- Se la fabbrica produce tanto, l’affitto rimane invariato.
- Se produce poco, l’affitto è sempre lo stesso.
- E se non produce niente? Beh, dovrai comunque pagare l’affitto!
Questa è la differenza chiave rispetto ai costi variabili: mentre quelli crescono o diminuiscono con la produzione, i costi fissi restano fermi lì, immutabili.
Se vuoi sapere di più sui costi in microeconomia, o capire di più su altri argomenti di microeconomia, puoi cliccare sui pulsanti seguenti:
Rappresentazione grafica dei costi fissi
Dal punto di vista del grafico, i costi fissi hanno un comportamento molto semplice: restano costanti, qualsiasi sia il livello di output. Questo significa che, se li disegniamo su un grafico, li rappresentiamo con una linea orizzontale.
Vediamolo nel grafico seguente:
Come possiamo vedere sopra, i costi fissi sono rappresentati da una linea orizzontale.
Osserviamoli un po’ meglio nella seguente immagine:
Se vuoi approfondire ulteriormente l’argomento, puoi vedere il video qui sotto, dal nostro canale YouTube, che parla proprio di costi fissi (FC – Fixed Cost)e ai costi fissi medi (AFC – Average Fixed Cost):
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