La concorrenza perfetta è una forma di mercato in cui gli imprenditori non possono decidere il prezzo di vendita. In altre parole, sono dei price-taker: prendono il prezzo come un dato e non possono modificarlo.
Perché è così importante?
Secondo gli economisti, è la forma di mercato più efficiente, perché massimizza il benessere della società.
Cosa vedremo in questo post?
– Partiremo dai presupposti della concorrenza perfetta
– Vedremo il comportamento delle imprese nel breve periodo
– Capiremo cosa succede nel lungo periodo, anche con il supporto di grafici
Alla fine della pagina troverai:
– Un quiz per testare la tua comprensione
– Un’infografica che riassume i concetti chiave
– Un video che spiega la concorrenza perfetta in modo semplice e chiaro
Pronti? Partiamo!
- Perché si studia la concorrenza perfetta?
- Caratteristiche della concorrenza perfetta
- Grafico della concorrenza perfetta
- La concorrenza perfetta nel breve periodo
- La concorrenza perfetta nel lungo periodo
- Perché le imprese continuano a produrre se il profitto. è uguale a zero?
- Benessere e concorrenza perfetta
- Video sulla concorrenza perfetta
- Domande e risposte sulla concorrenza perfetta
- Infografica
- Quiz sulla concorrenza perfetta
- Per approfondire
Perché si studia la concorrenza perfetta?
Quando parleremo dei presupposti teorici della concorrenza perfetta, noteremo che questi sono difficilmente verificabili nella realtà.
Tuttavia, conoscere questo modello teorico è importante per una serie di motivi:
- Questo modello è la base teorica per studiare altre forme di mercato;
- Secondo gli economisti questa forma di mercato è auspicabile perché è quella che da maggiori benefici ai consumatori:
Fatte queste premesse, iniziamo a parlare delle caratteristiche della concorrenza perfetta.
Caratteristiche della concorrenza perfetta
Affinché un mercato possa dirsi di concorrenza perfetta, deve possedere le seguenti caratteristiche (clicca su ciascuna caratteristica per una descrizione dettagliata):






In mancanza di tutti questi presupposti, il mercato di concorrenza non potrà realizzarsi.
Facciamo un esempio banale per comprendere meglio i presupposti di cui abbiamo parlato, mettendoli in pratica in un ipotetico mercato del riso.
Esempio del mercato del riso
Prendiamo come esempio il mercato del riso [prodotti omogenei].
Se ci fossero tantissime aziende che vendono riso, distribuite nel territorio [numero infinito di imprese price-taker], chi volesse potrebbe aprire un negozio di riso e chiuderlo istantaneamente [assenza di barriere all’entrata e all’uscita].
Tutti i venditori di riso hanno la stessa tecnologia, quindi stessi costi di magazzino, di manodopera ecc.. e per comprare il riso non c’è nessun costo di transazione [il che è difficile, anche perché la stessa distanza del negozio dal consumatore può essere considerato un costo di transazione].
In questo esempio il mercato del riso sarebbe un mercato di concorrenza perfetta.

Avendo chiarito i presupposti, passiamo il grafico della concorrenza perfetta, che è la parte più “tecnica“.
Grafico della concorrenza perfetta
Per capire il grafico bisogna conoscere le curve di costo e le curve di domanda e offerta, che potete trovare cliccando sui pulsanti qui sotto:
Osserviamo il grafico seguente per un attimo, per commentarlo in seguito (il grafico si può scaricare cliccando sul pulsante dedicato sotto il grafico stesso):

Come vediamo, il grafico prende in considerazione sia il breve periodo che il lungo periodo.
Inizieremo con il parlare della concorrenza perfetta nel breve periodo, per poi osservare specificamente il lungo periodo
La concorrenza perfetta nel breve periodo
Nel breve periodo, è possibile che in un mercato di concorrenza perfetta le imprese abbiano un extra-profitto, ovvero che coprano tutti i costi, e che rimanga del profitto aggiuntivo.
Osserviamo la parte del grafico relativa al breve periodo di seguito:

A sinistra abbiamo il mercato, e a destra la singola impresa, detta “Impresa rappresentativa” (in quanto tutte le imprese sono identiche, quindi rappresentarne una è come rappresentarle tutte).
Nel breve periodo, si è un prezzo di equilibrio, che nel grafico è p1*, dato dall’incontro tra la domanda (D)e l’offerta (S).
Possiamo vederlo nella parte del grafico relativa al mercato (a sinistra).
La singola impresa rappresentativa ha un ricavo marginale (MR – Marginal Revenue)che è uguale al prezzo, ed è costante.
Possiamo osservarlo nel grafico relativo all’impresa rappresentativa (il grafico di destra).
Riportiamo il prezzo di equilibrio del mercato (grafico di sinistra)verso il grafico di destra (la linea tratteggiata orizzontale che “unisce” i due grafici).
Prezzo = Ricavo marginale
L’impresa produce finché il ricavo marginale (MR = prezzo) sarà uguale al costo marginale (MC).
Ciò equivale a dire che:
p = MC
Nel grafico questo punto è contrassegnato dalla lettera greca α (alpha), evidenziata qui sotto:

Perché in concorrenza perfetta l’impresa produce la quantità che rende il prezzo uguale al costo marginale?
L’impresa produce una quantità che rende il prezzo uguale al costo marginale perché quella è la quantità che massimizza il suo profitto.
Se l’impresa produce un’unità in più del bene (ad esempio un chilo di riso), quel chilo in più avrà un ricavo marginale più basso del costo necessario a produrlo (MC). In altre parole, produrre un chilo aggiuntivo di riso costa all’impresa più di quanto guadagnerebbe vendendolo.
Graficamente, infatti, a destra di α (alpha), ovvero per quantità maggiori, la curva di ricavo marginale (cioè il prezzo)sarà inferiore (cioè più “in basso”)rispetto alla curva dei costi marginali (MC).
Dunque la quantità prodotta da ciascun produttore sarà qe.
Il costo sostenuto da ciascun produttore sarà dato dal costo medio (AC), moltiplicato per il numero di unità prodotte, cioè per la quantità prodotta (qe).
Il ricavo sarà dato dal prezzo (p*1) per la quantità prodotta (qe).
La differenza tra l’area di ricavo e l’area di costo rappresenta l’extra-profitto (che è l’area evidenziata in verde nel grafico).
La concorrenza perfetta nel lungo periodo
Finora abbiamo osservato il breve periodo. Ma cosa accade nel lungo periodo? Cosa cambia?
Come sappiamo, tra i presupposti della concorrenza c’è l’assenza di barriere all’entrata e all’uscita.
L’esistenza dell’extra-profitto nel breve periodo, spingerà altre imprese ad entrare nel mercato.
Queste possono farlo facilmente data l’assenza di barriere.
Vediamo nel seguente grafico cosa significa l’ingresso di nuove imprese nel mercato:

L’ingresso delle nuove imprese nel mercato determina uno spostamento della curva di offerta verso il basso (S1→S2). Quindi un nuovo prezzo di equilibrio (p*2).
Le nuove imprese continueranno ad entrare finché ci sarà extra-profitto, sarà per loro conveniente, vista tra l’altro l’assenza di barriere all’entrata.
La quantità nel mercato aumenta, mentre quella della singola impresa rappresentativa diminuisce (ci sono più imprese adesso).
Le imprese smetteranno di entrare quando l’extra profitto sarà uguale a zero.
Perché le imprese continuano a produrre se il profitto. è uguale a zero?
Questa domanda spesso genera confusione.
Per rispondere brevemente, possiamo dire che l’impresa produce perché il profitto economico è nullo (ma quello contabile può essere positivo).
Il profitto economico, che è nullo, è la differenza tra ricavi e costo opportunità.
Con profitto economico nullo, il profitto contabile può comunque essere positivo.
Per evitare di rendere questo post troppo lungo, c’è un approfondimento su questo tema che puoi trovare cliccando sul pulsante qui sotto:
Benessere e concorrenza perfetta
L’equilibrio concorrenziale massimizza il benessere per la società. Abbiamo parlato di questo argomento nel dettaglio in un post dedicato, che puoi trovare cliccando sul seguente pulsante:
Video sulla concorrenza perfetta
Il seguente video, presente anche nel canale Youtube, parla degli argomenti di cui abbiamo in questo post:
Domande e risposte sulla concorrenza perfetta
Perché ci sono tante imprese piccole che producono beni omogenei, quindi la loro porzione di vendita non può influire sul prezzo di mercato.
Sì. Il ricavo marginale (MR)è il ricavo derivante da un’unità aggiuntiva di un prodotto. Quindi in concorrenza perfetta, il ricavo che un’impresa ottiene, vendendo un’unità in più è il prezzo.
In altri mercati, come ad esempio il monopolio, in cui la curva di domanda dell’impresa è inclinata negativamente, il ricavo marginale è inferiore al prezzo.
L’extra-profitto è quella quantità di profitto che rimane all’impresa dopo aver coperto i costi di produzione.
In concorrenza l’extra-profitto che può esserci nel breve termine, attira nuove imprese nel mercato (che possono entrare data l’assenza di barriere all’entrata).
Di conseguenza, la curva di offerta si sposta facendo diminuire questo extra-profitto.
No. L’extra-profitto di breve periodo spinge nuove imprese ad entrare nel mercato. L’ingresso delle nuove imprese provoca uno spostamento verso il basso della curva di offerta, finché l’extra-profitto non diventa uguale a zero.
In altre parole, il profitto economico nel lungo periodo è nullo. Quello contabile sarà positivo quel tanto che basta per permettere al proprietario di continuare ad esercitare l’attività.
Con questo termine si descrive una forma di mercato che possiede determinate caratteristiche e che si basa su determinati presupposti.
Un mercato concorrenziale si basa sui seguenti presupposti:
– Prodotti omogenei
– Nessuna barriera all’entrata o all’uscita
– Numero infinito di imprese (price-taker)
– Stessa tecnologia (dunque nessun vantaggio di costo)
– Nessun costo di transazione
Come nelle altre forme di mercato, il profitto si massimizza quando il ricavo marginale(MR) è uguale al costo marginale (MC).
MR = MC
Dal momento che in concorrenza perfetta il prezzo (p)è uguale al ricavo marginale (MR) p=MR allora la condizione di massimizzazione è p = MC.
La quantità da produrre è quella quantità che rende il prezzo uguale al costo marginale.
In generale, per mercati non concorrenziali si intendono tutta le forme di mercato diverse dalla concorrenza perfetta.
Cioè il monopolio, l’oligopolio, la concorrenza monopolistica, e così via.
Il termine “concorrenza imperfetta” fa riferimento alle forme di mercato diverse dalla concorrenza perfetta e dal monopolio.
In altre parole, sono le forme di mercato che stanno “in mezzo”.
In particolare, le forme di mercato di concorrenza imperfetta più studiate sono l’oligopolio e la concorrenza monopolistica.
Le imprese concorrenziali continuano a produrre con profitto nullo perché anche se il profitto economico è nullo, quello contabile è positivo.
Abbiamo parlato di questo argomento in questo post.
Infografica

Quiz sulla concorrenza perfetta
Puoi provare il test cliccando sul pulsante qui sotto:
Per approfondire
Per approfondire la conoscenza della concorrenza perfetta, e delle forme di mercato in generale, puoi dare un’occhiata ai seguenti link:
Cosa ne pensi di questo post? Faccelo sapere valutandolo qui sotto!
spiegazione utile e comprensiva
Grazie 1000 Manuela, gentilissima!
Mi fa piacere ti sia piaciuto il post!
vermante chiaro nella spiegazione
magari lo fosse stato anche il mio prof nell’esporre l’argomento
Molte grazie, Domenico!
Sono felice che il post ti sia stato utile!
Non riesco a visualizzare il test .. 🙁
Buongiorno Michele!
Mi dispiace per il disservizio.
È possibile che stia usando un cellulare per visualizzare la pagina?
Hai provato ad effettuare l’accesso con un altro browser?
Se dovessi riscontrare altri problemi, contattami attraverso la chat, lasciando la tua email, in modo che possa aiutarti al meglio.
Un abbraccio.
Vincenzo