Hai mai sentito parlare di taylorismo? Probabilmente sì, magari a lezione o in un articolo di economia e management. Ma cosa significa esattamente?

In parole semplici, il taylorismo è un modello di organizzazione del lavoro sviluppato tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento dall’ingegnere statunitense Frederick Winslow Taylor. L’idea alla base era ottimizzare la produttività attraverso lo studio scientifico dei movimenti e dei tempi di lavoro: ogni attività veniva scomposta in passaggi precisi, eliminando sprechi di tempo ed energia, un po’ come succede sulle catene di montaggio.

Questo metodo ha rivoluzionato l’industria, aumentando la produzione e i profitti, ma ha anche ricevuto molte critiche, soprattutto per il suo impatto sui lavoratori.

In questo articolo esploreremo:
– Come e perché è nato il taylorismo
– Dove e come è stato applicato
– I suoi pro e contro

In fondo alla pagina troverai anche delle domande e risposte frequenti sul taylorismo.

Pronto a scoprire di più?

Chi era Taylor?

Capire chi è stato Taylor e la sua vita lavorativa rende molto più semplice comprendere la sua azione rivoluzionaria nel mondo del lavoro.

Frederick Winslow Taylor (1856-1915) non era un semplice ingegnere meccanico: è stato il padre dell’organizzazione scientifica del lavoro.

Nato in Pennsylvania in una famiglia benestante, avrebbe potuto seguire una carriera accademica prestigiosa—era stato accettato all’Università di Harvard. Ma lui scelse una strada diversa: voleva capire come funzionavano davvero le fabbriche.

A fine Ottocento, l’America era in piena rivoluzione industriale. Le città si riempivano di operai in cerca di lavoro, mentre le fabbriche nascevano a ritmo serrato. Taylor, invece di studiare solo sulla carta, preferì sporcarsi le mani: imparò a leggere progetti meccanici, a usare i macchinari e lavorò come macchinista alla Enterprise Hydraulic Works di Philadelphia.

Questa esperienza sul campo sarebbe stata la base della sua futura teoria: il taylorismo.

Frederick Taylor - Inventore del taylorismo
Frederick Taylor

La nascita del taylorismo

Il taylorismo non è qualcosa che è nata in un giorno esatto, ma è piuttosto un processo che ha portato Taylor a sviluppare delle teoria sull’organizzazione del lavoro.

Successivamente Taylor iniziò a lavorare alle Midvale Steel Works, dove iniziò la sua carriera dal basso, diventando poi ingegnere capo.

Nel 1898, passò alla Bethlehem Steel Corporation, compagnia leader nella manifattura dell’acciaio, per poi lasciarla nel 1901 e dedicarsi a lavori di consulenza.

Durante gli anni di permanenza nelle diverse compagnie, Taylor ha osservato il lavoro degli operai, calcolando il tempo di ogni cosa.

Midvale Steel Works - azienda dove Taylor lavorò diventando ingegnere capo
Vista aerea della Midvale Steel Works

Ogni mansione era suddivisa in compiti (tasks)e sotto-compiti più semplici, con un’attenzione particolare all’efficienza.

Taylor notò, ad esempio, che gli spalatori di carbone erano maggiormente efficienti sollevando esattamente 9,75 kg.

Dunque creò una pala apposita per sollevare esattamente quel peso, e formulò un programma di quanto carbone ogni spalatore avrebbe dovuto sollevare ogni minuto, e ogni ora, programmando anche le pause.

La produttività aumentava, ma i lavoratori non erano del tutto contenti.

Taylorismo - Spalatori di carbone

Cos’è il taylorismo: l’organizzazione scientifica del lavoro

Quando Taylor, nel 1911 pubblicò il suo lavoro principale, “The principles of Scientific Management“, l’entusiasmo per le sue idee era al suo apice.

Il taylorismo era talmente in auge che Henry Ford seguì i principi di Taylor della divisione del lavoro e dell’attenzione alla velocità di esecuzione dei compiti (time and motion)per progettare le catene di montaggio dei suoi stabilimenti.

Il lavoro di Taylor ha avuto un impatto dilagante sul management, e ancora oggi molte sue intuizioni sono usate nell’ambito della gestione d’impresa.

Taylorismo - The Principles of Scientific Management - Frederick Taylor

I princìpi del taylorismo

In estrema sintesi, l’organizzazione scientifica del lavoro può essere indicata con quattro capisaldi (scorri le slide per vederli):

1

Rimpiazzare il modo in cui i compiti vengono svolti

Usualmente gli operai imparavano a svolgere le proprie mansioni attraverso il passaparola, oppure osservando gli altri lavorare.
Con l’organizzazione scientifica del lavoro i metodi sono basati sullo studio scientifico dei compiti (per questo si indica spesso l’organizzazione scientifica del lavoro con il termine “Tasks Management“).

2

Selezione e formazione scientifica dei lavoratori

Anziché lasciare che il lavoratore si formi da solo osservando gli altri lavoratori e attraverso la pratica, si preferisce selezionare i lavoratori migliori per certe mansioni, e formarli in maniera precisa per le mansioni che devono svolgere.

3

Cooperazione tra manager e lavoratori

Affinché i metodi dell’organizzazione scientifica del lavoro vengano attuati, manager e lavoratori devono cooperare per raggiungere il fine ultimo dell’organizzazione, cioè l’efficienza.

4

Dividere il lavoro equamente tra lavoratori e manager

In questo modo i manager possono attuare i principi del management scientifico, pianificando i compiti che i lavoratori devono eseguire.

Secondo Taylor, ogni compito deve essere svolto in modo preciso, seguendo la “One Best Way“, cioè il modo più efficiente, per svolgere quella mansione.

Inoltre, nella sua opera, Taylor parla di come i lavoratori abbiano una tendenza a “prendersela comoda“, a lavorare meno rispetto a quanto potrebbero (il termine inglese usato da Taylor è “soldiering“, che potrebbe tradursi come “cameratismo“).

Critiche

Il Taylorismo è stato spesso criticato per la sua visione ‘inumana‘ dell’azienda e dei lavoratori.

L’organizzazione scientifica del lavoro è accusata di non tenere conto degli aspetti fisiologici, biologici e psicologici dell’operaio.

Inoltre, viene fatta notare una dequalificazione del lavoro dell’operaio, trattato, secondo i critici, come semplice ingranaggio di una macchina (cog in the machine).

Questa critica è rappresentata perfettamente con delle immagini nel film “Tempi Moderni” (Modern Times) di Charlie Chaplin.

La scena mostra un manager che da il via ad un operaio per attivare la catena di montaggio. Questo esegue prontamente il comando imposto dal vertice, e gli operai (tra cui Chaplin)devono lavorare velocemente in catena di montaggio, ad avvitare dei bulloni.

Chaplin non riesce a mantenere il ritmo, e viene risucchiato dagli ingranaggi. Tornato fuori, si comporta in modo folle (critica alle consequenze psicologiche del modello taylorista).

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L’influenza del Taylorismo

Spesso il taylorismo viene descritto come qualcosa che è valso soltanto per l’inizio del XX Secolo, e che sia ormai distante dal mondo di oggi.

Tuttavia, piaccia o no, osservando più attentamente la realtà quotidiana, si può vedere che la sua influenza è presente tutt’oggi, sia nella pratica delle imprese, che nelle idee sul management.

Pensiamo ad esempio a McDonald’s, l’azienda simbolo della standardizzazione e della globalizzazione.
Notiamo come i compiti di ciascun impiegato siano strettamente definiti, e le procedure siano codificate e formalizzate in un apposito manuale.

McDonald’s dunque crede nella ‘One Best Way‘ di Taylor, nel modo migliore di svolgere le operazioni e i compiti minimizzando le inefficienze.

Anche negli stabilimenti produttivi automobilistici, ancora oggi le catene di montaggio (simbolo forse più noto del taylorismo)hanno compiti ben definiti, le mansioni degli operai sono specializzate, e le pause sono concordate e ben delineate (si pensi alle proteste sindacali per allungare di qualche minuto le pause concordate tra le imprese e i sindacati).

Inoltre, buona parte della letteratura economica, in materia di motivazione delle risorse umane, propone delle soluzioni che sembrano un’eccezione alla regola del taylorismo.
Soluzioni come l’empowerment, la rotazione del personale, ecc… a volte sembrano un diversivo alla regola, che è quella della massimizzazione dell’efficienza.

Domande e risposte sul taylorismo

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