L’elasticità della domanda rappresenta il modo in cui la quantità domandata (q)varia al variare del prezzo (p).
La chiamiamo “elasticità della domanda”, ma in forma estesa dovremmo chiamarla “elasticità della domanda rispetto al prezzo”.
Questo post si inserisce nel contesto più ampio del modello della domanda e dell’offerta, che puoi visitare al seguente link:
La domanda e l’offerta spiegate in modo semplice
Andiamo a vedere nel dettaglio cos’è l’elasticità, che valori può assumere, e perché questo concetto sia importante.
L’elasticità rispetto al prezzo
Prima di definire più formalmente il concetto, proviamo a fare un esempio davvero semplice per dare un’idea del significato di elasticità, senza alcuna pretesa di essere precisi o completi.
Se la carne costa 10 € al kg, in Italia i consumatori acquisteranno la quantità di 10.000 kg.
Se invece il prezzo aumenta ad 11 € al kg, i consumatori acquisteranno la quantità di 8.500 kg.
All’aumentare del prezzo, la quantità domandata è diminuita, come era prevedibile.
L’elasticità della domanda ci dice DI QUANTO diminuisce.
Nel nostro esempio, quando il prezzo aumenta di 1 € al kg, i consumatori acquistano 1.500 kg in meno, ma avrebbero anche potuto acquistare 3.000 kg in meno (in quel caso, la domanda sarebbe stata più elastica).
Definizione formale dell’elasticità della domanda
L’elasticità si indica con la lettera greca “epsilon”, e matematicamente è così definita:
Questa equazione, che sembra complicata, non deve spaventarvi.
Vi dice semplicemente:
se modifico il prezzo di un’unità, di quanto cambia la quantità domandata?
∆q è la variazione della quantità domandata. ∆q/q è la variazione percentuale della quantità domandata. Per questo abbiamo ∆q/q al numeratore.
∆p è la variazione del prezzo. ∆p/p è la variazione percentuale del prezzo. Per questo abbiamo ∆p/p al denominatore.
Questa espressione è equivalente alla seconda, che rende il calcolo più semplice:
L’elasticità è un numero puro (non ha unità di misura).
Prendiamo adesso in esame la funzione generica della domanda:
q = a – bp
a è la quantità domandata se il prezzo è uguale a zero. b è il coefficiente che ci dice in che modo varia la quantità domandata al variare del prezzo.
Quindi b esprime la variazione percentuale della domanda che segue ad una variazione del prezzo.
Dunque l’elasticità della domanda può essere rappresentata come:
Esempio
A titolo di esempio, prendiamo una curva di domanda generica.
Ipotizziamo che la funzione di domanda di avocado sia:
q = 286 – 20p
Questo significa che se il prezzo fosse zero, gli avocado (in tonnellate)domandati sarebbe 286.
Ricordiamo ulteriormente che:
Quindi per questa specifica funzione di domanda, ipotizziamo che il prezzo al kg degli avocado sia 3,00 €, e la quantità corrispondente sia 200 (tonnellate).
L’elasticità in corrispondenza di questo equilibrio (p=3,00 € e q=200)sarà la seguente:
Come vedete, ha un segno negativo (-).
Questo riflette la legge della domanda: all’aumentare del prezzo, si domandano quantità inferiori.
Per questo motivo:
l’elasticità della domanda viene considerata in valore assoluto
Che valori può assul’elasticità della domanda?
L’elasticità della domanda, presa in valore assoluto (cioè moltiplicando l’elasticità, che è negativa, per meno uno) può assumere valori compresi tra zero e infinito.
In particolare l’elasticità può essere:
- compresa tra 0 e 1. In questo caso parliamo di domanda anelastica.
- uguale ad uno. In questo caso parliamo di domanda ad elasticità unitaria
- maggiore di uno. In questo caso parliamo di domanda elastica
L’elasticità varia lungo la curva di domanda
Sebbene la pendenza di una curva di domanda lineare sia costante, l’elasticità varia lungo la curva di domanda.
In particolare, è tanto maggiore (intendendo per ‘maggiore’ in valore assoluto)tanto più alto è il prezzo.
Vediamo graficamente questa nozione, prendendo il grafico della funzione di domanda del precedente esempio:
q = 286 – 20p
Nel punto medio della curva, in cui il prezzo è a/2b (7,15), e la quantità è a/2, abbiamo:
Per i prezzi superiori a quello corrispondente al punto di elasticità unitaria (p = 7,15)l’elasticità sarà maggiore in valore assoluto.
Per i prezzi inferiori, sarà inferiore (quindi compresa tra -1 e 0).
Abbiamo quindi finora visto cosa sia l’elasticità, come si calcoli, e come cambi lungo la curva di domanda.
Ci sono due casi limite, in cui è uguale lungo tutta la curva di domanda.
Vediamoli brevemente.
Casi limite
A) Curva di domanda orizzontale (domanda perfettamente elastica)
La curva di domanda rappresentata da una retta orizzontale, indica che i consumatori acquisteranno quel bene/servizio soltanto a quel prezzo e, ovviamente, ad un prezzo superiore.
Qualsiasi aumento (anche lieve) di prezzo farà scendere la domanda a zero.
Questa curva di domanda è infinitamente elastica.
Perché la curva di domanda dovrebbe essere orizzontale?
La curva di domanda potrebbe essere orizzontale perché i consumatori giudicano, ad esempio, due beni perfetti sostituti.
Immaginiamo che per i consumatori sia esattamente uguale fumare Marlboro o Lucky Strike. In questo caso, i due marchi dovranno avere esattamente lo stesso prezzo, se il prezzo delle Marlboro sale anche soltanto di 1 centesimo, i consumatori si sposteranno sulle Lucky Strike!
B) Curva di domanda verticale (domanda inelastica)
La curva di domanda rappresentata da una retta verticale, indica che i consumatori acquisteranno quel bene/servizio a prescindere dal prezzo.
Qualsiasi aumento o riduzione del prezzo non fa cambiare la quantità domandata, che è fissa. L’elasticità è pari a zero lungo tutta la curva di domanda.
Perché la curva di domanda dovrebbe essere verticale?
La curva di domanda è verticale per i beni essenziali, ossia per i beni che le persone ritengono indispensabili per la propria vita, e per i quali pagherebbero qualsiasi prezzo.
Ad esempio l’insulina per un diabetico, oppure un qualsiasi altro farmaco vitale per una persona.
Altre elasticità della domanda
Con ‘elasticità della domanda’, come abbiamo detto, la intendiamo rispetto al prezzo.
Tuttavia, ci possono essere anche altre elasticità della domanda.
In particolare, quelle più usate sono quella rispetto al reddito, e quella incrociata rispetto al prezzo.
L’elasticità rispetto al reddito
Come abbiamo visto, all’aumentare del reddito, la domanda si sposta verso destra. Mentre al diminuire del reddito, si sposta verso sinistra.
Possiamo misurare la sensibilità della quantità domandata rispetto al reddito in corrispondenza di un dato prezzo, utilizzando l’elasticità rispetto al reddito.
Questa risponde alla domanda: se il reddito aumenta di un’unità, di quanto aumenta la quantità domandata?
Si indica tipicamente con la lettera greca ‘xi’ (ξ), e si calcola come:
È simile all’elasticità rispetto al prezzo (il meccanismo di calcolo è uguale), soltanto che anziché avere la variazione percentuale di prezzo, al denominatore, abbiamo la variazione percentuale di reddito.
L’elasticità incrociata rispetto al prezzo
Come abbiamo visto, la domanda varia anche con il variare del prezzo di altri beni (ad esempio di beni complementari, o di sostituti).
Il meccanismo è uguale alle due elasticità, soltanto che si confronta la variazione della quantità domandata rispetto al prezzo di un altro bene.
Se l’elasticità è negativa, i due beni sono complementi.
Se è positiva, i due beni sono sostituti.
È importante prendere in considerazione anche l’elasticità incrociata. Ad esempio, prendiamo l’azienda Epson, quella che produce stampanti. Alla Epson interessa sapere come la quantità domandata della sua stampante di fascia bassa varierà, se la Canon aumenta o riduce il prezzo della sua stampante di fascia bassa.
Perché ci interessa l’elasticità?
Questo concetto ci interessa per vari motivi.
Ad esempio, un governo può sapere in che modo la domanda di un determinato bene cambi introducendo un’imposta specifica, a seconda di come la curva di domanda di quel bene è inclinata.
Oppure ancora, un’impresa vuole sapere quale sarà l’effetto sulla quantità domandata se aumenta o riduce il prezzo di un bene, e questo dipende dalla forma della curva di domanda, cioé dalla sua elasticità.
Video
Nel canale YouTube sono presenti anche due semplici esercizi svolti sull’argomento:
Domande e risposte
Indica sinteticamente la sensibilità della quantità domandata alle variazioni di prezzo.
In altre parole risponde alla domanda: “se cambio il prezzo, di quanto cambia la quantità domandata?”
La formula è sostanzialmente una frazione. Al numeratore abbiamo la variazione percentuale della quantità domandata, e al denominatore abbiamo la variazione percentuale del prezzo.
No, non lo è.
Può sembrare controintuitivo (la pendenza della curva di domanda è una costante, un numero). Tuttavia, come abbiamo visto nel post, l’elasticità varia lungo la curva di domanda.
Significa che una variazione di prezzo determina una variazione della quantità domandata più che proporzionale.
Significa che una variazione di prezzo determina una variazione della quantità domandata meno che proporzionale.
Una curva di domanda perfettamente elastica si rappresenta graficamente con una retta parallela all’asse della quantità (ascisse).
Una variazione, anche infinitesimale, del prezzo fa scendere la quantità domandata a zero.
Una curva di domanda perfettamente inelastica si rappresenta graficamente con una retta parallela all’asse del prezzo (ordinate).
Una variazione, anche grande, del prezzo non fa cambiare la quantità domandata.