Difendere l’indifendibile II è un testo che ricalca le orme del precedente testo di Block.
In questo breve post parleremo di questo libro, che consiglio, nonostante sia a mio avviso meno incisivo del precedente lavoro, di cui abbiamo parlato in questo post.
Il principio di non aggressione
Tutto il libro ruota attorno al principio di non aggressione, che è l’idea centrale del movimento libertario.
Il principio di non aggressione è molto semplice: secondo esso, è immorale iniziare un atto di forza nei confronti di una persona, e della sua proprietà.
Attenzione, non è immorale l’uso della forza in genere, ma soltanto iniziare l’uso della forza.
Ovviamente, per credere in questo principio, bisogna credere nel concetto di proprietà privata.
Cos’è il libertarismo?
Il libertarismo è un aspetto della filosofia politica, separato e distinto dall’etica.
Si occupa solamente di indagare se e quando l’uso della forza è giustificato o meno.
Dopo tutto, chi non è d’accordo con il principio di non aggressione?
Tuttavia, come dice lo stesso Block, «del libertarismo, la maggior parte delle persone accetta le premesse, ma non le accompagna fino alle logiche conclusioni».
Perché “Difendere l’indifendibile”?
Walter Block, in questo libro, fa esattamente questo: prende delle figure che sono vituperate e guardate come minimo con sospetto, e analizza il loro comportamento con la lente libertaria.
Queste figure, al contrario di quanto percepito, per un libertario dovrebbero essere apprezzate, e talvolta definite eroiche.
Tra gli altri eroi di questo libro troviamo il contrabbandiere, il fumatore, le multinazionali, l’omofobo, il sessista, e tanti altri.
Block difende queste figure e tante altre.
Tutto ciò che fa l’autore in questo testo è descritto dal titolo: difendere l’indifendibile.
Per far capire il tenore del libro, vediamo come Block affronta il tema del trafficante di organi umani in un’ottica libertaria.
Con questo esempio, vediamo come Block prende il principio di non aggressione, e lo porta fino alle sue logiche conseguenze.
Il trafficante di organi umani
Perché in una prospettiva libertaria dovremmo difendere il trafficante di organi umani?
È inaccettabile che una persona possa vendere organi umani, come se si trattasse di una confezione di caramelle o un panino di McDonald’s.
Per evitare questo tipo di aberrazioni, la legge vieta il commercio e il mercato di sangue, midollo osseo, e altri organi.
Ci sono delle liste pubbliche, e ci sono dei criteri per determinare la priorità (chi debba accedere per primo ai trapianti).
Block sostiene invece che questo commercio debba essere deregolamentato e liberalizzato.
Riprendiamo le sue parole sul tema, che sono chiarissime:
“Sembra crudele e da persone insensibili discutere del mercato delle parti usate del corpo come faremmo per il mercato delle auto usate. Ma è così solo perché nella nostra società, sebbene apprezziamo i miracoli della medicina senza doverli necessariamente comprendere, siamo così ignoranti in materia di miracoli del mercato che non riusciamo proprio ad apprezzarli.
Allora concentriamoci un attimo e consideriamo in modo spassionato questa idea, mettendo da parte tutti i pregiudizio e i preconcetti, che non devono essere il nostro criterio di valutazione.
Dobbiamo invece chiederci se questa idea farà aumentare davvero il numero di donatori, se salverà più vite e se libererà i medici dal fardello di scegliere le persone da salvare e quelle da lasciar languire senza speranza.
Come può dirvi un qualsiasi studente al primo anno di economia, ogniqualvolta un bene è disponibile in quantità limitata, il prezzo sarà sempre troppo basso. E gli organi non fanno eccezione. Al contrario, sono un caso paradigmatico di questo fenomeno.
Viste le nostre leggi a riguardo, avendo vietato la nascita di un mercato di questo tipo, è come se avessimo effettivamente imposto un prezzo zero a questa merce.
[…]
Se si permettesse al prezzo di aumentare fino al livello d’equilibrio, non ci sarebbe un gran cambiamento nella quantità di parti del corpo richieste. Gli economisti la chiamano “domanda anelastica”, e significa semplicemente che se hai bisogno di sangue, midollo osseo o di qualsiasi altro tipo di trapianto, il prezzo, non importa quanto alto, non ti dissuaderà dal comprarlo.
L’effetto principale di un libero mercato di parti del corpo usate sarà quello della quantità disponibile.
Sappiamo che la fonte preferita per donazioni di organi saranno persone giovani e in salute, la cui vita è stata stroncata troppo presto da incidenti, omicidi, guerra, infarti, o in qualsiasi altro modo che abbia lasciato i loro organi intatti.
Se il settore venisse legalizzato, sorgerebbero nuove aziende, o forse le compagnie di assicurazione e gli ospedali espanderebbero i loro campi di operazione già esistenti.
Queste aziende offrirebbero migliaia di dollari ai soggetti fisicamente idonei che acconsentono alla donazione dei loro organi una volta defunti, sapendo che questi organi diventerebbero proprietà delle aziende in questione.
Queste poi venderebbero gli organi, con un guadagno, a coloro che aspettano un trapianto.
Inoltre, queste nuove aziende si adopererebbero per ottenere il consenso dai parenti delle persone appena defunte per utilizzare i loro organi. Solo così, con la libertà economica, queste aziende potrebbero offrire degli incentivi, insieme alla possibilità di salvare vite umane.
[…]
Ci sono centinaia, se non migliaia di persone la cui vita potrebbe migliorare in modo eccezionale se potessero avere accesso a un rene sano. Ci sono migliaia di altre persone che muoiono ogni anno, portandosi nella tomba dei reni perfettamente funzionanti, che non hanno alcun tipo di incentivo economico ad affidare quegli organi a chi ne ha bisogno.
Perché i potenziali donatori non possono ricevere una ricompensa monetaria per fare del bene? |
Ma nelle circostanze attuali, quando le donazioni non sono sufficienti, dobbiamo dipendere dal commercio illegale di organi. Secondo alcune stime, il valore al mercato nero di un rene è tra i 50 e i 100 mila dollari, molto più alto del suo peso in oro.
La domanda è: questo mercante di organi è un bene o un male? Un argomento a favore della seconda possibile risposta è che un mercato di questo tipo mina il rispetto della legge.
[…]
Una cosa è chiara. Il nostro “macabro” mercante reca beneficio ai donatori offrendo ad essi una ricompensa economica oltre alla soddisfazione di sapere che gli organi che doneranno una volta morti potranno aiutare persone che altrimenti sarebbero state costrette a esserne prive.
Consentiamo dunque alla libera impresa di operare nel settore del sangue, del midollo e degli organi, in modo da risparmiarci tanto dolore, tristezza e sofferenza. |
Bibliografia
Vi consiglio di visitare anche il sito dell’editore ‘Liberilibri‘, che hanno in catalogo tanti altri testi libertari interessanti.