Perché in concorrenza perfetta le imprese continuano a produrre nel lungo periodo, con profitto nullo?

Perché in concorrenza perfetta le imprese continuano a produrre con profitto nullo?

Se hai studiato la concorrenza perfetta, avrai notato un apparente paradosso: nel lungo periodo, le imprese continuano a produrre anche se il loro profitto economico è nullo. Ma perché accade questo? Non avevamo detto che l’obiettivo dell’impresa è massimizzare il profitto?

Facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire il meccanismo che porta a questa situazione.

Il processo di aggiustamento del mercato

Nel breve periodo, un’impresa in concorrenza perfetta può ottenere extra-profitti (o profitti economici positivi). Se un settore è particolarmente redditizio, altre imprese vengono attratte dai guadagni e decidono di entrare nel mercato.

Cosa succede quando nuove imprese entrano?

  • L’aumento del numero di imprese porta a maggiore concorrenza.
  • L’offerta complessiva aumenta, causando una riduzione del prezzo di mercato.
  • Il profitto economico per ogni impresa diminuisce progressivamente, fino ad annullarsi.

Nel lungo periodo, quindi, il mercato raggiunge un punto di equilibrio in cui il profitto economico è pari a zero.

Ma se il profitto economico è nullo, perché le imprese continuano a produrre?

A prima vista, potrebbe sembrare illogico: perché un imprenditore dovrebbe continuare a produrre se non sta guadagnando nulla? La risposta sta nella differenza tra profitto economico e profitto contabile.

La differenza tra il profitto contabile e il profitto economico

Il profitto economico tiene conto dei costi opportunità, ovvero del miglior utilizzo alternativo delle risorse impiegate. Quando diciamo che il profitto economico è nullo, significa che l’imprenditore sta guadagnando esattamente quanto guadagnerebbe impiegando le sue risorse nella migliore alternativa disponibile.

Il profitto contabile, invece, considera solo costi e ricavi espliciti (materie prime, salari, affitti, ecc.). Anche se il profitto economico è nullo, il profitto contabile rimane positivo.

Il profitto è dato dai ricavi meno i costi, e si indica convenzionalmente con la lettera greca ‘pi’:

π = Ricavi – Costi

Ora, il costo che i ragionieri prendono in considerazione è il costo contabile (quello che risulta dai registri contabili).

Ma in economia politica, come sappiamo, gli economisti prendono in considerazione il costo economico, che include, oltre al costo contabile, anche il costo opportunità.

Dunque per ricapitolare abbiamo due profitti:

Profitto economico = ricavo – costo economico
Profitto contabile = ricavo – costo contabile

In parole semplici:

  • Un profitto economico nullo non significa che l’imprenditore non guadagni nulla, ma solo che non avrebbe motivo di spostare le sue risorse altrove.
  • Finché l’impresa riesce a coprire tutti i suoi costi espliciti e i costi opportunità, ha senso rimanere nel mercato.

Costo contabile e costo economico

Sia nel calcolo del profitto economico, che di quello contabile, i ricavi sono uguali. Ciò che cambia è il costo.
Qual è la differenza tra il costo contabile e il costo economico?

Il costo contabile prende in considerazione soltanto i costi espliciti.

Il costo economico prende in considerazione sia i costi espliciti che quelli impliciti.

Costo contabile e costo economico - Perché le imprese in concorrenza perfetta continuano a produrre nel lungo periodo, anche se il profitto è nullo?

Il modo migliore per spiegarlo è con un esempio.

Ipotizziamo che una persona voglia aprire un ristorante, e spenda 10.000 € per l’arredamento, le cucine, e tutto il resto.
Il costo contabile, sarà 10.000 €.
Quale sarà il costo economico?

Il costo economico è dato dal modo migliore di investire quei 10.000 €. È il costo opportunità.

Se, ad esempio, il migliore investimento fosse stato mettere quei 10.000 € in un fondo che da un rendimento del 5,50 % annuo, allora il costo economico sarà di 10.550 €.

Conclusione: equilibrio e stabilità nel lungo periodo

In concorrenza perfetta, il mercato tende sempre a un equilibrio in cui le imprese sopravvivono senza ottenere extra-profitti, ma compensano esattamente i loro costi, inclusi quelli opportunità. Questo meccanismo garantisce efficienza e stabilità, poiché nessuno ha incentivo a entrare o uscire dal mercato.

La prossima volta che sentirai dire che in concorrenza perfetta il profitto è nullo, saprai che non significa che le imprese lavorano per niente, ma che stanno guadagnando esattamente quanto serve per rimanere in attività nel lungo periodo.

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