Canzoni sull’economia da ascoltare

Canzoni sull’economia? Sì, esistono!

In questo post trovi una selezione di brani che parlano di economia, con riferimenti curiosi e perfino… un listino prezzi di una casa di tolleranza (sì, hai letto bene! Continua a scorrere per scoprire perché).

Se ti viene in mente una canzone che dovrebbe assolutamente essere in questa lista, scrivila nei commenti o mandami un messaggio!

Ogni suggerimento è il benvenuto: più idee raccogliamo, più la playlist diventa interessante!

Canzoni sull’economia in inglese

Taxman – The Beatles

[…]

Let me tell you how it will be
There’s one for you, nineteen for me ‘Cause I’m the taxman
Yeah, I’m the taxman

Should five percent appear too small Be thankful I don’t take it all
‘Cause I’m the taxman
Yeah, I’m the taxman

(If you drive a car, car) I’ll tax the street
(If you try to sit, sit) I’ll tax your seat (If you get too cold, cold) I’ll tax the heat
(If you take a walk, walk) I’ll tax your feet
(Taxman)

‘Cause I’m the taxman
Yeah, I’m the taxman

[…]

[…]

Lasciati dire come andrà
uno per te, diciannove per me
perché sono l’uomo delle tasse
sì, sono l’uomo delle tasse

Se il cinque per cento ti sembra troppo poco
sii riconoscente perchè non ti prendo tutto
perché sono l’uomo delle tasse
sì, sono l’uomo delle tasse

Se guidi un’auto, tasserò la strada
se provi a sederti, tasserò la sedia
se prendi freddo, tasserò il riscaldamento
se fai una passeggiata, tasserò i tuoi piedi
(Uomo delle tasse!)

Perché sono l’uomo delle tasse
Sì, sono l’uomo delle tasse

[…]

Correva l’anno 1966, e l’album Revolver dei Beatles usciva nei negozi di dischi (ebbene sì, esistevano ancora i negozi di dischi!).

La traccia di apertura dell’album era “Taxman“, scritta da George Harrison, il Beatles che ha dovuto farsi strada a spallate per far emergere le sue canzoni, visto che gli altri autori nella band erano due signori chiamati John Lennon e Paul McCartney.

Canzoni da ascoltare sull'economia: Taxman - The Beatles - Copertina di Revolver, l'album che contiene la traccia

La sonorità di questo brano richiama la sigla di Batman, ma il testo è tutt’altro che leggero. George Harrison lo scrisse con amarezza, dopo essersi reso conto che gran parte dei guadagni dei Beatles finiva nelle casse del governo britannico.

Nel 1966, l’anno in cui uscì Revolver, il governo laburista di Harold Wilson decise di alzare ancora di più le già pesanti tasse sul reddito, portandole a un assurdo 95%.

In pratica, ogni sterlina guadagnata oltre una certa soglia lasciava in tasca solo 5 miseri centesimi. Ed è proprio da questa frustrazione che nacque uno dei versi più iconici della canzone:

“Should five percent appear too small
Be thankful I don’t take it all”

(Se il 5% che ti rimane ti sembra troppo poco, ringrazia che non prenda tutto.)

Un messaggio tagliente, che Harrison confermò anni dopo nella sua autobiografia I, Me, Mine (1980):

“‘Taxman’ was when I first realised that even though we had started earning money, we were actually giving most of it away in taxes; it was and still is typical.”

“Ho scritto Taxman quando ho scoperto per la prima volta che sebbene avessimo iniziato a guadagnare, davamo la maggior parte dei nostri guadagni in tasse; era ed è ancora tipico.”

All’epoca, molte rockstar fuggivano dal Regno Unito per evitare di pagare tasse così assurde. Non era solo una questione di principio: il 95% di tassazione rendeva praticamente inutile continuare a guadagnare.

Ma perché Taxman rientra tra le canzoni sull’economia che dovresti ascoltare?
Perché fa riflettere su temi come la disuguaglianza e la distribuzione del reddito.

È giusto tassare pesantemente i più ricchi (che continuano ad arricchirsi) per destinare quei soldi alla collettività?
L’opinione pubblica oggi sembra dire di sì. Io, invece, no.

E tu? Cosa ne pensi? Scrivilo nei commenti!

Fear the boom and bust – EconStories

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Questa canzone, e il relativo video, secondo me sono geniali!

Si tratta di una sorta di minicorso in storia economica, su due economisti, entrambi vincitori del premio Nobel per l’economia, le cui idee sono in qualche modo contrapposte: Kenyes ed Hayek.

In estrema sintesi, Keynes, probabilmente il più noto economista del Novecento, sostiene che i mercati si possano guidare (“I want to steer markets”), mentre Hayek, principale esponente della Scuola Austriaca, sostiene che i mercati debbano essere lasciati liberi di funzionare, senza interferenze.

Il video è sottotitolato e la versione solo audio è disponibile anche su Spotify.

Fight of the Century: Keynes vs Hayek

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Questo video divertente (anche se parecchio nerd)è la continuazione della battaglia precedente: il secondo round tra Keynes e Hayek.

Anche in questo video si gioca sul fatto che Hayek fosse poco conosciuto al grande pubblico, al contrario di Keynes.
Anche questo video è sottotitolato, e la canzone con il solo audio è disponibile su Spotify.

The March of the History: Mises vs Marx

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Questo video, sulla falsa riga dei due precedenti, è una battaglia rap.

I due contendenti questa volta sono Ludwig von Mises e Karl Marx, e le loro visioni sono contrapposte. Mises è per la libertà di scelta e per il libero scambio, mentre Marx è per un’economia pianificata centralmente, in modo da evitare la sperequazione dei capitalisti (che sfruttano il lavoro per arricchirsi).

Ho inserito questo video nella lista di canzoni sull’economia da ascoltare, perché pone un interrogativo di fondo: da cosa è dato il valore dei beni/servizi?

Da quanto lavoro e capitale si sono dovuti impiegare per realizzarli? Oppure da quanto si è disposti a pagare per averli?

Canzoni sull’economia in italiano

Mille lire al mese

“[…]
Se potessi avere mille lire al mese
Senza esagerare, sarei certo di trovare
Tutta la felicità


Un modesto impiego, io non ho pretese
Voglio lavorare per poter alfin trovare
Tutta la tranquillità
Una casettina in periferia
Una mogliettina giovane e carina
Tale e quale come te


Se potessi avere mille lire al mese
Farei tante spese, comprerei fra tante cose
Le più belle che vuoi tu

[…]”
Mille lire al mese – Gilberto Mazzi

Gilberto Mazzi è nato nel 1909, e quando uscì “Mille lire al mese” aveva 30 anni.

Leggendo il testo della canzone, capiamo che a quel tempo “mille lire” (l’equivalente di 0,5165 euro) dovevano essere una bella cifra.

Per capire quanto valessero mille lire allora, possiamo vedere il listino prezzi di alcune biciclette:

Canzoni sull'economia da ascoltare - Listino prezzi bivi 1939

Una bicicletta “Superlusso” da uomo, al tempo, costava 475 lire.

Mentre una bicicletta per ragazzi costava 370 lire.

Significa che con lo stipendio agognato da Gilberto Mazzi, in un mese si potevano comprare un paio di bici fatte bene.

Per rendere ulteriormente l’idea del valore di mille lire nel 1939, possiamo anche guardare quest’altro prezziario divertente:

Il listino prezzi si riferisce ad una casa di tolleranza nel 1939.

Vediamo che un’ora piena in compagnia di una delle signore della casa costava 7,50 lire.

Ci accorgiamo che le mille lire al mese sarebbero state più che sufficienti a fare una visita ogni giorno, senza doversi accontentare della “svelta” (al modico prezzo di poco più di una lira).

Listino prezzi casa di tolleranza - Canzoni sull'economia da ascoltare

Perché ho inserito “Mille lire al mese” nella lista di canzoni sull’economia da ascoltare?

Perché ascoltata oggi è la manifestazione di un altro fenomeno economico: l’inflazione.
Cos’è l’inflazione? È l’aumento generalizzato del livello dei prezzi (o la riduzione de potere d’acquisto della moneta).

Proprio per via dell’inflazione, le mille lire al mese che nel 1939 erano una gran bella somma, oggi non basterebbero neanche per comprare un caffè!

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