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La perdita secca di monopolio

Perdita secca di monopolio - Copertina post

In questo post ci focalizziamo sulla perdita secca di monopolio. Abbiamo parlato del monopolio in un post dedicato, e anche della perdita secca in un post a parte.

Perché in monopolio si ha una perdita secca? E cosa vuol dire?

In generale, il benessere in economia politica è rappresentato con la lettera W (da Welfare), ed è la somma del surplus del consumatore (CS – Consumer Surplus)e del surplus del produttore (PS – Producer Surplus).

W = CS + PS

In concorrenza perfetta, questo benessere è massimizzato, in quanto il prezzo applicato è uguale al costo marginale, come possiamo vedere nel seguente grafico:

L’area in giallo indica il surplus del produttore, mentre quella in blu indica il surplus del consumatore

In monopolio, invece, come abbiamo visto nel post dedicato, il monopolista produce una quantità tale per cui il prezzo è maggiore al costo marginale (e può farlo, in quanto è price-maker).

Che effetto ha questo fatto (la fissazione del prezzo maggiore al costo marginale)sul benessere della società?

Per scoprirlo, dobbiamo vedere la quantità che produce il monopolista, e quella che avrebbe prodotto in concorrenza (prezzo uguale costo marginale), e confrontare il benessere (W=CS + PS)nelle due situazioni.

Quanto produce un monopolista?

Il monopolista, produce quella quantità tale per cui i ricavi marginali sono uguali ai costi marginali. Vediamolo nel grafico seguente:

Quantità di monopolio (qm)

Dunque il monopolista sceglie di produrre la quantità qm, perché è quella che massimizza il suo profitto (quella per cui i ricavi marginali sono uguali ai costi marginali, come vediamo nell’intersezione a del grafico).

Il prezzo di monopolio (pm)è quello che corrisponde alla quantità qm, sulla curva di domanda.

I consumatori sono disposti ad acquistare la quantità qm al prezzo pm. Ce lo dice la curva di domanda.

Il benessere in monopolio

Come abbiamo detto, il benessere è la somma del surplus del consumatore e del surplus del produttore.

Vediamo graficamente le due aree di surplus in monopolio, nel seguente grafico:

Quale sarebbe stato il benessere se il monopolista avesse prodotto la quantità di concorrenza perfetta?

Come abbiamo già visto nel post riguardante la concorrenza perfetta, in un mercato concorrenziale, il prezzo è uguale al costo marginale.

In monopolio, il prezzo è maggiore del costo marginale.

Se il monopolista avesse prodotto la quantità di concorrenza perfetta (qc), avrebbe applicato il prezzo concorrenziale (pc), come rappresentato nel grafico seguente:

Dunque, se il monopolista applicasse il prezzo di concorrenza, questo sarebbe minore del prezzo di monopolio (pc < pm), mentre la quantità di concorrenza, sarebbe maggiore di quella di monopolio (qc > qm).

Se il monopolista producesse la quantità di concorrenza e la vendesse al prezzo di concorrenza, il benessere (la somma del surplus del produttore e del surplus del consumatore)sarebbe rappresentato come segue:

Surplus del produttore (PS)e del consumatore (CS)se il monopolista producesse la quantità di concorrenza (qc)

La perdita secca di monopolio

Finora abbiamo visto due cose:

Per vedere qual è la perdita secca per la società, ci basta confrontare le due situazioni: quella effettiva (il benessere di monopolio)e quella desiderata (il benessere concorrenziale).

Benessere in monopolio
Benessere concorrenziale

Vediamo subito che il monopolista, fa “perdere” del benessere alla società. In particolare, si perde quel triangolino bianco che vediamo nel grafico del benessere di monopolio.

Vediamolo un po’ meglio evidenziandolo nel seguente grafico:

La perdita secca di monopolio

Nel grafico, vediamo come la perdita secca di monopolio (DWL)è l’area evidenziata in verde.

Quest’area rappresenta quanto “costa” il monopolio alla società.

Perché c’è una perdita secca di monopolio?

La perdita secca di monopolio c’è per un “fallimento del mercato“. Dal momento che il monopolista non ha concorrenti (nessuno vende sostituti stretti), tutta la domanda di mercato è sua, e può fare quello che crede.

Questo gli attribuisce potere di mercato, il che significa che non deve necessariamente abbassare il prezzo fino al livello del costo marginale (come avveniva in concorrenza perfetta), ma lo mantiene più alto del costo marginale, realizzando così un extra-profitto.


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