Caratteri qualitativi e quantitativi – Statistica

Per capire la differenza tra caratteri qualitativi e quantitativi, useremo un approccio pratico e interattivo. Niente definizioni noiose: partiremo da un esempio concreto e ci faremo delle domande per arrivare alla risposta passo dopo passo.

Quando analizziamo un insieme di dati – che può riguardare qualsiasi cosa, dalle persone alle biciclette, dai gatti alle candele – ci troviamo di fronte a diverse caratteristiche da osservare. Se stiamo studiando un gruppo di persone, potremmo considerare la loro altezza, il battito cardiaco, il gruppo sanguigno o addirittura il nome.

Ma c’è un dettaglio interessante: non tutte queste informazioni si esprimono allo stesso modo. L’altezza, per esempio, si misura con un numero (in cm o m), mentre il nome è fatto di lettere. Questa differenza è fondamentale per distinguere i caratteri quantitativi (misurabili con numeri) dai caratteri qualitativi (descrittivi, non numerici).

Ora passiamo all’azione! Ti guideremo attraverso un esempio pratico con alcune domande pensate per farti ragionare. Fermati qualche secondo a riflettere prima di leggere la risposta: vedrai che in questo modo il concetto ti rimarrà impresso molto più facilmente. Pronto? Iniziamo!

Caratteri qualitativi e quantitativi: un esempio

Guardiamo un sito web tra i più famosi per la ricerca di case in vendita e in affitto (idealista.it).

Se effettuiamo una ricerca di case in affitto nel comune di Roma, vediamo la lista di tutte le case, e sulla barra di sinistra una serie di filtri, come possiamo vedere nell’immagine qui sotto:

Vediamo che i filtri che possiamo usare sono diversi.

Per semplicità ci concentreremo solo su alcuni di essi, in particolare:

  • Tipologia di immobile (Casa, appartamento, villa, loft, ecc…)
  • Prezzo
  • Dimensioni (in metri quadri)
  • Stato dell’immobile (da ristrutturare, in buono stato, nuova costruzione)
  • Numero di locali
  • Numero di bagni

Ciascuna casa in affitto si differenzia dalle altre per ciascuna di queste caratteristiche.

Caratteri qualitativi

Partiamo da un esempio concreto: la tipologia di un immobile. Questa caratteristica si esprime con parole come casa, appartamento, villa, loft… insomma, descrizioni anziché numeri. Ecco perché rientra nei caratteri qualitativi!

I caratteri qualitativi, infatti, si esprimono in forma verbale, utilizzando lettere invece che cifre. Ora fermiamoci un attimo e riflettiamo: riusciamo a trovare altri caratteri qualitativi nell’osservazione di un immobile?

Prenditi qualche secondo per pensarci prima di continuare.

Se hai pensato “stato dell’immobile” o qualcosa di simile, hai centrato il punto! Oltre alla tipologia, anche questa caratteristica è qualitativa perché descrive la condizione dell’immobile: da ristrutturare, in buono stato, nuova costruzione.

Ma c’è un dettaglio interessante: se confrontiamo questi due caratteri qualitativi, notiamo una differenza. La tipologia dell’immobile (casa, villa, loft…) è semplicemente una classificazione, mentre lo stato dell’immobile (da ristrutturare, nuovo, ecc.) può essere ordinato in base a un criterio logico. In altre parole, possiamo disporre le condizioni dell’immobile in una sorta di “scala”, dal peggiore al migliore.

Questa distinzione è fondamentale e ci aiuta a capire meglio il mondo dei dati qualitativi. Pronti a scoprire di più?

Caratteri qualitativi ordinali e sconnessi

Un immobile di nuova costruzione è migliore di un immobile in buono stato, il quale a sua volta è migliore di un immobile da ristrutturare.

I caratteri qualitativi che si possono in qualche modo mettere in ordine, sono detti caratteri qualitativi ordinali (o mutabili ordinate).


Per il carattere “tipologia dell’immobile” visto precedentemente, invece, possiamo dire soltanto se le sue modalità (case, appartamenti, loft, ecc…)sono uguali oppure diverse. Non possiamo metterle in ordine.

I caratteri qualitativi che non si possono mettere in ordine, sono detti caratteri qualitativi sconnessi.

Slider caratteri qualitativi 1 - Copertina
Slider caratteri qualitativi 2 - Definizione
Slider caratteri qualitativi 3 - Caratteri ordinali
Slider caratteri qualitativi 4 - Caratteri sconnessi

Alcuni caratteri ordinali si possono esprimere con dei numeri!

Ecco un tranello in cui è facile cadere: a volte vediamo dei numeri e pensiamo subito che rappresentino qualcosa di misurabile… ma non è sempre così! Alcuni numeri, infatti, sono solo etichette e non veri valori quantitativi.

Facciamo un esempio pratico. Immaginiamo di valutare lo stato di un immobile usando un indice da 1 a 10, dove:

  • 1 indica una casa in perfette condizioni,
  • 10 indica un immobile completamente da ristrutturare.

Ora supponiamo di avere due case:

  • Una con indice 2 (quasi perfetta),
  • Un’altra con indice 4 (un po’ più usurata).

A questo punto, ti chiedo: possiamo dire che la seconda casa è due volte peggiore della prima, solo perché 4 è il doppio di 2?

Assolutamente no! Possiamo solo affermare che il secondo immobile è in condizioni peggiori del primo, ma non possiamo quantificare di quanto sia peggiore. Il numero qui non rappresenta una misura esatta, ma solo un ordine tra le varie condizioni.

Questo è un tipico esempio di carattere qualitativo ordinale camuffato da quantitativo. Anche se usiamo i numeri, in realtà stiamo solo creando una classifica, senza indicare un vero rapporto tra i valori.

Moral della storia? Non fidarti ciecamente dei numeri: prima di considerarli quantitativi, chiediti sempre cosa rappresentano davvero!

Tornando al nostro esempio iniziale, abbiamo individuato i due caratteri qualitativi (“Tipologia dell’immobile” e “Stato dell’immobile”), e abbiamo visto che uno di questi è un carattere qualitativo ordinale.

Per semplicità vi riporto la lista iniziale qui:

  • Tipologia di immobile (Casa, appartamento, villa, loft, ecc…)
  • Prezzo
  • Dimensioni (in metri quadri)
  • Stato dell’immobile (da ristrutturare, in buono stato, nuova costruzione)
  • Numero di locali
  • Numero di bagni

Quelli in grassetto sono i caratteri qualitativi che abbiamo già visto.

Quelli rimanenti, sono i nostri caratteri quantitativi.

Caratteri quantitativi

I caratteri quantitativi sono quei caratteri le cui modalità sono espresse da un numero.

Adesso però bisogna fare un’altra distinzione più sottile tra i caratteri quantitativi.

Così come per i caratteri qualitativi c’erano due sottocategorie (ordinali e sconnessi), abbiamo la stessa cosa per i caratteri quantitativi.

Caratteri quantitativi discreti

Non tutti i numeri sono uguali: alcuni sono ben distinti tra loro, mentre altri formano un flusso continuo.

Facciamo un esempio concreto: il numero di locali in una casa. Può essere 1, 2, 3, 4, ma non 1,94 o 3,332. Non ha senso dire che una casa ha 2,78 stanze!

Questo tipo di numeri, che saltano da un valore all’altro senza vie di mezzo, appartengono ai caratteri quantitativi discreti.

Un carattere quantitativo discreto è un dato numerico che può assumere solo un numero finito o numerabile di valori. In altre parole, questi numeri si contano, non si misurano.

Nella nostra lista di dati immobiliari, sia il numero di locali che il numero di bagni sono ottimi esempi di caratteri quantitativi discreti: puoi avere 2 o 3 bagni, ma non 2,7 bagni (almeno, speriamo di no!).

Ora che abbiamo capito i caratteri discreti, cosa succede con quelli continui? Scopriamolo nel prossimo step!

Caratteri quantitativi continui

Abbiamo visto che alcuni numeri si contano (come il numero di stanze o di bagni), ma ce ne sono altri che si possono misurare con precisione infinita. È il caso di dati come il prezzo di un immobile o la sua dimensione in metri quadri.

Facciamo un esempio:

  • Il prezzo di affitto potrebbe essere 100 €, 99 €, ma anche 99,5 €, 99,987 € e così via, con un numero infinito di possibilità tra un valore e l’altro.
  • Lo stesso vale per i metri quadri: una casa può essere 100 mq, 99 mq, 99,8 mq, e così via, sempre con possibilità di suddivisione ancora più fine.

Questi dati appartengono ai caratteri quantitativi continui. La loro caratteristica principale? Tra due valori qualsiasi, esiste sempre un altro valore intermedio.

Ad esempio:

  • Se scegliamo 100 € e 99 €, possiamo trovare un valore intermedio come 99,7 €.
  • Se prendiamo 99,01 € e 99,02 €, possiamo ancora trovarne un altro nel mezzo, come 99,001 €.

Non importa quanto ci avviciniamo tra due numeri: troveremo sempre un valore intermedio!

Quindi, ricapitolando:
Caratteri quantitativi discreti → Si contano (es. numero di stanze).
Caratteri quantitativi continui → Si misurano (es. prezzo, metri quadri).

Adesso che abbiamo chiarito tutto, facciamo un riepilogo finale per fissare i concetti!

Ricapitolando

Con il nostro semplice esempio abbiamo parlato dei caratteri qualitativi, che sono quelli le cui modalità si esprimono con delle lettere, notando che alcuni di essi possono essere ordinati (caratteri qualitativi ordinali)e altri invece no (caratteri qualitativi sconnessi).

Abbiamo poi visto che i caratteri quantitativi (quelli le cui modalità si esprimono con un numero), possono essere continui, oppure discreti.

Nella seguente immagine sono riassunti tutti i concetti che abbiamo visto finora.

Infografica su caratteri qualitativi e quantitativi

Caratteri qualitativi e quantitativi infografica riassunto

Domande e risposte

Quali sono i caratteri quantitativi?

I caratteri quantitativi sono quei caratteri le cui modalità vengono espresse numericamente. Li distinguiamo solitamente in caratteri quantitativi continui e caratteri quantitativi discreti.

Quali sono i caratteri quantitativi discreti?

I caratteri quantitativi sono detti discreti se le loro modalità possono essere espresse da numeri interi (N).

Quali sono i caratteri quantitativi continui?

Un carattere quantitativo è detto continuo se le sue modalità possono essere espresse, anche solo teoricamente, attraverso tutti i numeri reali (R).
In altre parole, un carattere quantitativo è continuo se prendendo due modalità a caso, è possibile trovare una modalità compresa tra i due numeri presi a caso.

Quali sono i caratteri qualitativi?

Un carattere è detto qualitativo quando le sue modalità vengono espresse in modo verbale, con delle lettere.

Quali sono i caratteri qualitativi ordinali?

I caratteri qualitativi sono detti “ordinali”, quando è possibile metterli in un certo ordine.

Ad esempio, se osservassimo il carattere “condizioni dell’auto” per delle auto usate, e le modalità fossero “pessime”, “accettabili”, “buone” e “ottime”, questo carattere sarebbe qualitativo ordinale.
Qualitativo perché le modalità sono espresse con delle lettere, e ordinale perché c’è un criterio che ci permette di ordinare le modalità assunte.

Facci sapere cosa ne pensi di questo post valutandolo qui sotto!

Questo post ti è stato utile?

0 / 5 4.67 Voti: 30

Your page rank:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto