La concorrenza monopolistica è una forma di mercato che mescola elementi della concorrenza perfetta e del monopolio. Sembra un ossimoro? In effetti, il nome può trarre in inganno, ma il concetto è più semplice di quanto sembri!

In questo post, ti guideremo passo dopo passo attraverso le caratteristiche principali della concorrenza monopolistica, per capire come funziona e in cosa si differenzia dagli altri modelli di mercato. Alla fine, troverai anche un riepilogo chiaro e diretto per fissare i concetti chiave.

ATTENZIONE! Questo post è dedicato alla concorrenza monopolistica nel modello del consumatore rappresentativo (tutte le imprese competono per tutti i consumatori).

Se preferisci apprendere guardando e ascoltando, in fondo alla pagina c’è anche un video sull’argomento, e un quiz per mettere alla prova le tue conoscenze!

Cos’è la concorrenza monopolistica?

Il modello di concorrenza monopolistica è un modello ibrido tra due estremi del mercato: la concorrenza perfetta e il monopolio.

Da un lato, le imprese godono di un certo potere di mercato, proprio come in un monopolio. Dall’altro, nel lungo periodo, il loro profitto economico tende a zero, come accade nella concorrenza perfetta.

La concorrenza monopolistica come ibrido tra concorrenza perfetta e monopolio.

Ma qual è la caratteristica distintiva di questo modello?
Le imprese differenziano il loro prodotto, offrendo qualcosa di simile ma non identico ai concorrenti.

Esempio pratico:
Immagina due bar sulla stessa strada. Entrambi vendono caffè, ma uno serve Lavazza e l’altro Illy. Uno ha un design moderno, l’altro un’atmosfera retrò. Uno mette musica di sottofondo, l’altro preferisce un ambiente più tranquillo.

Entrambi soddisfano lo stesso bisogno (bere un caffè), ma in modo diverso! Questa piccola differenziazione dà alle imprese un certo potere di mercato, pur restando in un contesto concorrenziale.

Caratteristiche della concorrenza monopolistica

La concorrenza monopolistica è caratterizzata da:

  • Un gran numero di imprese
  • Prodotti differenziati
  • Assenza di barriere significative all’entrata e all’uscita
Caratteristiche della concorrenza monopolistica

Salta subito all’occhio che in concorrenza monopolistica, invece, i prodotti sono differenziati (anche se soddisfano lo stesso bisogno).
Questa è una differenza evidente rispetto alla concorrenza perfetta, in cui i prodotti sono omogenei.

La caratteristica peculiare della concorrenza monopolistica, rispetto alle altre due forme di mercato (concorrenza perfetta e monopolio), è la differenziazione dei prodotti.

La differenziazione dei prodotti

Quando parliamo di differenziazione dei prodotti, ci riferiamo a tutti quegli elementi che rendono il prodotto di un’azienda unico agli occhi dei consumatori, anche se solo leggermente diverso da quello dei concorrenti.

Cosa rende un prodotto diverso dagli altri?

  • Qualità del prodotto
  • Preferenze personali dei consumatori
  • Posizione del punto vendita (vicino casa, in una zona più chic, ecc.)
  • Percezione del brand (a volte creata dal marketing e non da reali differenze)

Attenzione! La differenziazione non è sempre oggettiva.
Due prodotti possono avere gli stessi ingredienti, ma la pubblicità o il packaging possono far credere ai consumatori che uno sia migliore dell’altro.

Effetto sulla competizione
La differenziazione riduce la guerra dei prezzi, perché i consumatori scelgono anche in base a fattori soggettivi. Tuttavia, non elimina del tutto la competizione, perché le imprese devono comunque attirare clienti e mantenere il proprio vantaggio distintivo.

La differenziazione dei prodotti riduce la competizione di prezzo, ma non la elimina.

Concorrenza non di prezzo

La concorrenza NON di prezzo comprende tutte quelle strategie che le aziende utilizzano per aumentare la domanda senza abbassare il prezzo.

Ma se non si gioca sul prezzo, come si può attirare più clienti?

Ecco alcune tattiche efficaci:
Migliorare il servizio (ad esempio, offrire la consegna a domicilio);
Puntare sulla qualità per distinguersi dai concorrenti;
Offrire garanzie e assistenza per rassicurare i clienti;
Investire in pubblicità per rendere il brand più riconoscibile;
Curare il packaging per rendere il prodotto più attraente;

Conclusione: Anche se abbassare il prezzo aumenta la domanda, le imprese possono usare molte altre leve per conquistare e fidelizzare i clienti, senza entrare in una guerra di prezzi!

Che effetto ha una concorrenza non di prezzo?

Se fatta in modo efficace, la concorrenza NON di prezzo ha l’effetto di spostare la domanda residuale dell’impresa verso destra.

Significa che per ogni dato prezzo, i consumatori saranno disposti ad acquistare una quantità maggiore del bene venduto dall’impresa.

Ad esempio, in questo grafico, vediamo che allo stesso prezzo (p1), l’impresa prima vendeva una quantità q, ma poi, grazie allo spostamento della curva di domanda (grazie alla concorrenza non di prezzo), vende una quantità maggiore (q1)pur mantenendo lo stesso prezzo.

Domanda residuale dell'impresa e concorrenza non di prezzo - Spostamento della curva di domanda verso l'esterno - Conseguenze

la concorrenza non di prezzo, se efficace, fa spostare la curva di domanda residuale dell’impresa verso destra

La differenziazione dei prodotti alleggerisce la pressione competitiva, ma non la elimina.

Esempio pratico: Immagina che in una città ci sia un solo ristorante di sushi. Essendo l’unico, può permettersi di applicare un prezzo più alto grazie alla sua unicità e all’attrattiva esotica della cucina giapponese.
Ma c’è un limite! Se il prezzo diventa troppo alto, i consumatori potrebbero cambiare scelta e optare per altri ristoranti, anche se offrono un tipo di cucina diverso, perché alla fine il bisogno principale resta mangiare fuori.

Morale? Un’impresa può permettersi un certo margine sui prezzi, ma non può esagerare: i consumatori hanno sempre alternative!

Il potere di mercato

Abbiamo detto che le imprese in concorrenza monopolistica hanno potere di mercato, proprio come i monopolisti. Ma cosa significa esattamente?

Avere potere di mercato significa poter fissare il proprio prezzo senza perdere tutta la domanda.

Confrontiamo con la concorrenza perfetta:
Concorrenza perfetta: le imprese sono price-taker, cioè possono solo accettare il prezzo di mercato. Se provassero ad aumentarlo, perderebbero tutti i clienti.
Concorrenza monopolistica: le imprese sono price-maker, quindi possono aumentare il prezzo senza perdere tutti i consumatori, perché offrono un prodotto differenziato.

In concorrenza monopolistica le imprese sono price-maker

Esempio pratico: Il tuo bar preferito

Immagina di avere un bar preferito. Se aumenta il prezzo del caffè di qualche centesimo, continuerai ad andarci perché preferisci il suo caffè, l’atmosfera o il servizio.

In sintesi:
Le imprese in concorrenza monopolistica possono alzare leggermente i prezzi, perdendo solo alcuni clienti, mentre altri continueranno a scegliere il loro prodotto perché lo percepiscono come migliore.

Quali imprese sono price-taker? Quali sono invece price-maker?

La curva di domanda delle imprese (domanda residuale)è inclinata negativamente

Dire che un’impresa ha potere di mercato significa che la sua curva di domanda residuale è inclinata negativamente.

Confrontiamo con la concorrenza perfetta:
Concorrenza perfetta: ogni impresa affronta una curva di domanda orizzontale. Questo significa che può vendere qualsiasi quantità, ma solo al prezzo di mercato. Non ha alcun potere di modificarlo.
Concorrenza monopolistica: la curva di domanda è decrescente, quindi un’impresa può alzare il prezzo senza perdere tutta la domanda.

Perché la curva di domanda è inclinata negativamente?
Grazie alla differenziazione dei prodotti! Poiché ogni impresa offre un prodotto percepito come unico, i consumatori sono disposti a pagare di più per un determinato marchio o caratteristica.

Le imprese in concorrenza monopolistica hanno una curva di domanda residuale inclinata verso il basso - perché? - per via della differenziazione dei prodotti

Morale? In concorrenza monopolistica, le imprese non sono costrette a seguire il prezzo di mercato, ma possono adattarlo in base al valore che i consumatori attribuiscono al loro prodotto!

Cosa significa avere una curva di domanda residuale inclinata verso il basso?

Le imprese che affrontano una curva di domanda inclinata verso il basso hanno potere di mercato.

Cosa significa?

Possono scegliere tra due strategie:
Abbassare il prezzo per vendere di più
Aumentare il prezzo e vendere meno, ma a un margine più alto

Le imprese in concorrenza monopolistica rientrano in questo caso. A differenza delle imprese in concorrenza perfetta, che affrontano una curva di domanda orizzontale e possono solo accettare il prezzo di mercato, le imprese con potere di mercato possono influenzare il prezzo.

Concorrenza monopolistica - Grafico della domanda residuale di un'impresa, inclinata negativamente

Differenza chiave:
Concorrenza perfetta: se un’impresa alza il prezzo, perde tutti i clienti.
Concorrenza monopolistica: se un’impresa alza il prezzo, perde alcuni clienti, ma ne mantiene altri.

Un modo diverso di dirlo è che il ricavo marginale è inferiore al prezzo. Vediamolo nel paragrafo seguente.

Il ricavo marginale in concorrenza monopolistica

Se un’impresa in concorrenza monopolistica vuole vendere un’unità in più, deve abbassare il prezzo, non solo su quell’unità, ma su tutte quelle vendute (siamo nell’ipotesi che l’impresa non possa fare discriminazione di prezzo).

Conseguenza?
Il ricavo marginale è sempre inferiore al prezzo.

Nel grafico, la curva di ricavo marginale si trova sempre al di sotto della curva di domanda.

Ricavo marginale in concorrenza monopolistica

Vuoi approfondire? Guarda questo breve video (meno di 3 minuti!) che spiega il concetto partendo dal monopolio, ma applicabile anche alla concorrenza monopolistica:

YouTube player

La massimizzazione del profitto in concorrenza monopolistica

Come le altre imprese, anche quelle in concorrenza monopolistica hanno come obiettivo la massimizzazione del profitto, che si raggiunge quando il ricavo marginale è uguale al costo marginale:

Ricavo Marginale = Costo Marginale

Vediamo graficamente qual è la quantità che l’impresa in concorrenza monopolistica produce per massimizzare il proprio profitto:

Massimizzazione del profitto. Ricavo marginale uguale a costo marginale
L’impresa in concorrenza monopolistica produce la quantità che rende il ricavo marginale (RM) uguale al costo marginale (MC)

La concorrenza monopolistica nel breve periodo

Nel breve periodo è possibile che le imprese realizzino un extra-profitto (ovvero un profitto economico positivo).

In altre parole è possibile che le imprese, coperti tutti i costi (anche il costo del proprietario dell’impresa)realizzi comunque un profitto maggiore.

Possiamo vederlo passo per passo nei grafici seguenti (scorri le slide):

1

L’impresa sceglie la quantità che massimizza il profitto

Extra profitto in concorrenza monopolistica 1 - L'impresa in concorrenza monopolistica determina la quantità che massimizza il profitto.

2

L’impresa vende la quantità q* al prezzo p* (cioè il prezzo corrispondente a q* sulla curva di domanda)

3

Il ricavo totale dell’impresa è dato dal prezzo per la quantità. Vediamo l’area di ricavo totale nel seguente grafico:

Extra-profitto: area di ricavo totale

4

Il costo totale dell’impresa è dato dal costo medio (AC)per la quantità prodotta (q*):

5

Il profitto (che si indica con la lettera greca ‘pi’ π)è dato dal ricavo totale meno il costo totale. Dunque per trovare il profitto ci basta fare una differenza tra l’area di ricavo totale (quella in verde che abbiamo visto nel punto 3)e l’area di costo totale (quella in rosso che abbiamo visto nel punto 4).

Extra profitto: area di profitto in concorrenza monopolistica

Adesso che abbiamo osservato come le imprese possano avere un extra-profitto nel breve periodo, passiamo ad osservare al lungo periodo.

La concorrenza monopolistica nel lungo periodo

Abbiamo visto che, proprio come nella concorrenza perfetta, anche nella concorrenza monopolistica non esistono barriere significative all’entrata.

Cosa significa?
Se le imprese già presenti nel mercato stanno realizzando extra-profitti, nuove imprese saranno attratte e decideranno di entrare. E lo faranno facilmente, proprio perché non ci sono ostacoli all’ingresso.

Ma cosa succede quando nuove imprese entrano nel mercato?
La curva di domanda residuale delle imprese esistenti si sposta verso l’interno (cioè a sinistra).

Concorrenza monopolistica e ingresso di nuove imprese: la curva di domanda residuale dell'impresa si sposta verso l'interno
L’ingresso di nuove imprese fa spostare la domanda residuale delle imprese verso l’interno

Tradotto in pratica:
A un dato prezzo, ogni impresa potrà vendere meno unità rispetto a prima, perché la presenza di nuovi concorrenti ha frammentato la domanda tra più aziende.

Morale? Con il tempo, l’entrata di nuove imprese riduce i profitti fino a farli sparire nel lungo periodo, esattamente come accade nella concorrenza perfetta!

Le nuove imprese continueranno ad entrare fino a che l’extra-profitto non si annullerà, ovvero fino a che il ricavo totale sarà uguale al costo marginale.

Nel lungo periodo l’extra profitto delle imprese in concorrenza monopolistica è uguale a zero

Profitto nullo nel lungo periodo in concorrenza monopolistica

L’ingresso di nuove imprese, come abbiamo detto, fa spostare la curva di domanda residuale dell’impresa verso l’interno (verso sinistra)fino al punto in cui la curva di domanda residuale è tangente la curva dei costi medi (AC), come posiamo vedere nel grafico sovrastante.

In questa situazione, l’extra-profitto dell’impresa è pari a zero.

È anche per via della concorrenza non di prezzo che le imprese realizzano un profitto nullo nel lungo periodo.

Nel breve periodo, un’innovazione introdotta da n’impresa fa si che questa abbia un extra-profitto, che però nel lungo periodo si annulla, per via dell’imitazione da parte delle altre imprese.

Inefficienza della concorrenza monopolistica

Anche se nella concorrenza monopolistica l’extra-profitto è zero nel lungo periodo (proprio come nella concorrenza perfetta), c’è una grande differenza: l’equilibrio della concorrenza monopolistica non è efficiente.

Perché?
In concorrenza perfetta, ogni impresa produce una quantità tale che il costo marginale (MC) sia uguale al costo medio (AC). Questo significa che l’impresa sta operando nel punto di minimo del costo medio, sfruttando al massimo le economie di scala.

In concorrenza monopolistica, invece:
– Il costo medio non è al minimo
– L’impresa potrebbe produrre di più e abbassare i costi, ma non lo fa
– Il prezzo è più alto rispetto a quello di concorrenza perfetta

Conclusione?
Le imprese in concorrenza monopolistica producono meno quantità rispetto a quelle in concorrenza perfetta e vendono a un prezzo maggiore, il che porta a una perdita di efficienza nel mercato.

Ora vediamo tutto questo nel grafico seguente!

Differenze tra concorrenza perfetta e concorrenza monopolistica nel lungo periodo

Vediamo nel grafico che la quantità di concorrenza (qc)è maggiore della quantità di concorrenza monopolistica (q*) – osserviamo l’asse delle ascisse (quella orizzontale).

Vediamo inoltre che nel punto q* (cioè la quantità che viene prodotta in concorrenza monopolistica)la curva dei costi medi (AC)non è al suo minimo, mentre in corrispondenza della quantità di concorrenza (qc)lo è.

La concorrenza monopolistica, quindi, è inefficiente. Ma il “prezzo” di questa inefficienza è la varietà dei prodotti che vengono offerti dalle imprese.

Per ripassare, puoi trovare qui sotto un’infografica e delle domande e risposte.

Più in basso ci sarà anche un video e un quiz per testare la tua conoscenza dell’argomento!

Video sulla concorrenza monopolistica

YouTube player

Clicca sul pulsante qui sotto per visitare il canale YouTube, dove puoi trovare tantissimi video sulla microeconomia e non solo:

Domande e risposte sulla concorrenza monopolistica

In concorrenza monopolistica l’extra-profitto di lungo periodo è positivo?

No. Nel lungo periodo le imprese, attratte dall’extra-profitto, entreranno nel mercato fino a che l’extra profitto non si sarà annullato.

Le imprese possono entrare per l’assenza di barriere significative all’entrata.

Che cosa hanno in comune la concorrenza perfetta e quella monopolistica?

Entrambe hanno assenza di barriere significative all’entrate, e nel lungo periodo hanno un extra-profitto (profitto economico)pari a zero.
Tuttavia, nel lungo periodo, la seconda è inefficiente, mentre la prima è efficiente.

Quiz sulla concorrenza monopolistica

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