Site icon Vincenzo Asaro

L’oligopolio: un’introduzione semplice

Copertina Oligopolio Introduzione Semplice

L’oligopolio è una forma di mercato, che indica un mercato in cui operano poche grandi imprese.

In questo post non vogliamo trattare esaustivamente tutti gli argomenti riguardanti l’oligopolio qui (ovvero i vari modelli di oligopolio non cooperativo e così via).

Ci sono dei post scritti appositamente per le varie forme di oligopolio nella pagina dedicata alla microeconomia, alla quale puoi accedere dal pulsante qui sotto.

Leggendo questo post, saprai spiegare con chiarezza cosa è un oligopolio, perché esiste, che caratteristiche ha rispetto alle altre forme di mercato, e come si possono comportare le imprese che ne fanno parte.

Cos’è l’oligopolio?

L’oligopolio è una forma di mercato caratterizzata da barriere all’entrata e da poche imprese (due, tre, o comunque un numero ridotto!)che operano in modo indipendente, ma sono consapevoli le une delle altre.

Nella realtà esistono diversi mercati molto concentrati (nel senso che ci sono molte poche imprese). Si pensi al mercato dell’automobile, al mercato del petrolio, e così via.

Dunque l’oligopolio si trova in mezzo tra il monopolio (in cui c’è una sola impresa)e la concorrenza perfetta, in cui ci sono moltissime imprese, che non hanno alcun potere di mercato.

Cosa rende l’oligopolio interessante?

Due cose rendono questa forma di mercato particolarmente interessante:

Vediamole brevemente una per una

La possibilità di scelta

In questa forma di mercato, le imprese sono davanti a due scelte:

  1. Competere senza pietà
  2. Cooperare

In monopolio, questa scelta non è necessaria (è ovvio, c’è una sola impresa).

In concorrenza perfetta nemmeno. Le imprese sono price-taker, e non hanno potere di mercato.

Nell’oligopolio, invece, le imprese possono far leva sul prezzo e rubare fette di mercato alle altre imprese. Oppure tutte le imprese possono mettersi d’accordo tra loro, comportandosi come un monopolio, e spartendosi il profitto di monopolio (che è il massimo profitto raggiungibile).

Interdipendenza strategica

Quando le imprese si trovano in una posizione nella quale le loro decisioni influiscono sia sulle loro vendite, che su quelle dei competitor, si dice che le imprese hanno interdipendenza strategica.

È questo il caso dell’oligopolio.

In poche parole, significa che ciascuna decisione attuata da un’impresa, ha conseguenze anche sulle altre imprese. Inoltre, le imprese nel prendere le proprie decisioni devono tener conto anche della reazione che questa decisione scatenerà nelle altre imprese.

Dunque ogni impresa deve osservare le proprie scelte e quelle degli altri competitor (sia le scelte effettive che quelle attese).

Nelle altre forme di mercato osservate (monopolio, concorrenza perfetta, concorrenza monopolistica)le imprese prendono delle decisioni che sono le migliori a prescindere dalle scelte delle altre imprese. Osservano semplicemente la domanda di mercato e prendono le scelte di produzione che massimizzano il loro profitto.

Nell’oligopolio la situazione è diversa: ogni impresa quando prende le proprie scelte tiene in considerazione le aspettative sulle scelte delle altre imprese.

Competere o colludere?

Le imprese che fanno parte di un oligopolio, come abbiamo anticipato, hanno due scente:

Questa seconda opzione, quella di colludere, se viene attuata dalle imprese, porta alla creazione di un cartello di imprese.

Se le imprese colludono (formando un cartello)ottengono in totale un profitto di monopolio (da spartirsi)che è maggiore del profitto che ottengono se competono.

È evidente che colludere alle imprese, in linea di principio, conviene.

Vedremo, però, che non è sempre così. Non sempre i cartelli si formano.

*Nella maggior parte dei paesi industrialmente progrediti la formazione di un cartello è vietata, a tutela dei consumatori.

Perché le imprese “scartellano”?

Dunque, per ricapitolare brevemente, finora abbiamo detto che le imprese in oligopolio possono competere o colludere. Abbiamo visto che la decisione di ciascuna impresa comporta delle conseguenze anche sui comportamenti e sui risultati delle altre imprese

Abbiamo inoltre visto che alle imprese converrebbe colludere anziché competere.

Nella realtà, però, si osserva che non tutte le imprese che beneficerebbero dalla creazione di un cartello, alla fine creano effettivamente un cartello.

È difficile creare un cartello, sebbene sia conveniente per tutte le imprese coinvolte.

Perché?

Perché alcune imprese hanno una convenienza a “scartellare” (ovvero a non obbedire alle regole del cartello).

Per capire il ragionamento, dobbiamo parlare prima della teoria dei giochi!

Teoria dei giochi

Dal momento che l’oligopolio e i cartelli sono situazioni strategiche, la teoria dei giochi è lo strumento più adatto a capire le motivazioni e i comportamenti delle imprese appartenenti al cartello.

Un gioco è una particolare situazione di competizione in cui è importante il comportamento strategico. Ogni impresa adotta una strategia per competere con tutte le altre imprese. La vincita di un’impresa (che è rappresentata dai profitti)dipende dalla scelta di tutte le altre imprese.

Il dilemma del prigioniero

Parliamo per un attimo di quello che probabilmente è il più famoso esempio di gioco: il dilemma del prigioniero (di cui trattiamo in quest’altro post).

Dopo averlo illustrato, spiegheremo perché ha a che fare con gli oligopoli e la formazione dei cartelli.

Ipotizziamo che ci siano due rapinatori: uno si chiama Mario, e l’altro Monty.

Mario e Monty rapinano una gioielleria.

La polizia non ha prove del furto, e l’unico modo per mettere in carcere i due è farli confessare.

Mario e Monty si erano giurati di non parlare mai, nel caso in cui fossero stati scoperti dalla polizia.

La polizia, tuttavia, ha una piccola arma: ha le prove di altri piccoli reati di Mario e Monty, che bastano a farli condannare ad 1 anno di prigione ciascuno.

Con quest’arma, la polizia proverà a fare confessare i due, mettendoli in due stanze separate ed interrogandoli singolarmente.

La polizia fa entrare Mario in una stanza, e gli dice:
Guarda Mario, abbiamo le prove dei tuoi piccoli furtarelli e ce n’è abbastanza per metterti dentro per un anno, ma se confessi e Monty non parla, lui prenderà 8 anni, e tu non prenderai neanche un anno. Se invece Monty confessa, e tu parli, prenderete 4 anni ciascuno. Se Monty parla, ma tu stai zitto, allora tu prenderai gli 8 anni, e Monty se ne andrà a casa pulito. Quindi ti conviene parlare, brutto ****“.

Quindi Mario si trova davanti a questo diagramma delle scelte:

La situazione di Mario

Quindi, per vedere la situazione di Mario dobbiamo guardare le righe e i triangoli azzurri: Vediamo che se mario confessa, può prendere quattro anni se anche Monty confessa, oppure zero se Monty sta zitto (è la riga di sopra).

Mentre se Mario sta zitto, può prendere 8 anni se Monty parla, oppure 1 anno se anche Monty sta zitto.

La polizia fa lo stesso discorso, a parti invertite, a Monty.

A questo punto, i due prigionieri si trovano davanti a delle scelte che sono riassunte in questo box:

Per capire la situazione di Monty bisogna osservare le colonne.

È evidente che a entrambi converrebbe mantenere la promessa che si sono fatti precedentemente, stando zitti, e prendendo 1 anno ciascuno.

Ma davanti a queste scelte, come si comportano gli attori (Mario e Monty)?

Le scelte di Mario

Prendiamo in considerazione Mario (quindi guardiamo le righe): se Monty sta zitto, e Mario parla, non prende neanche un anno (8 anni a Monty), mentre se anche lui sta zitto prende un anno.

Dunque se Monty sta zitto, a Mario conviene confessare.

Se invece Monty parla e anche Mario confessa, entrambi prendono 4 anni. Ma se Monty parla e Mario sta zitto, a lui toccano 8 anni di prigione.

Quindi se Monty parla, a Mario conviene confessare.

A Mario conviene confessare in entrambi i casi.

Le scelte di Monty

Anche a Monty conviene confessare in ogni caso. Lo stesso ragionamento vale a parti invertite!

Confessare è la strategia migliore per Mario, e anche per Monty.

Gli economisti identificano la strategia migliore per un giocatore con il termine di:

strategia dominante

Cosa c’entra la teoria dei giochi con l’oligopolio?

Se le imprese in un oligopolio decidono di colludere, e formano un cartello, si trovano di fronte allo stesso dilemma.

In altre parole, hanno due scelte:

  1. Produrre la quantità del cartello e trarne i relativi profitti
  2. Scartellare“, producendo più della quantità stabilita

Scartellando, le imprese del cartello raggiungono profitti maggiori. Hanno la stessa tentazione che Mario e Monty avevano di parlare.

Per questo i cartelli non sempre si formano, nonostante la loro convenienza per tutte le imprese che ne fanno parte.

Sul canale YouTube è presente un video che parla proprio di questo argomento:

Regolamentare gli oligopoli

Agli stati la formazione dei cartelli non piace, perché sono peggiori per i consumatori, rispetto alla concorrenza. Per questo le varie autorità antitrust (in inglese il cartello si indica con il nome trust)si adoperano dove ravvisano la formazione di un cartello.

Di solito, il provvedimento che le authority prendono per fronteggiare i cartelli che si sono formati, è scorporare le imprese, rendendole tante imprese più piccole.

Riepilogo

In questo post abbiamo visto cosa sia un oligopolio, quali siano le sue caratteristiche principali, e perché non sempre le imprese colludano, formando un cartello.

Da questo partono una serie di approfondimenti, ovvero si può parlare nello specifico dei cartelli (quando le imprese colludono)o dei vari tipi di oligopoli non cooperativi (quando le imprese non colludono).

Tutti gli approfondimenti si possono trovare nella pagina dedicata: microeconomia 101.

Domande e risposte sull’oligopolio

Cos’è un oligopolio?

L’oligopolio è una forma di mercato caratterizzata da barriere all’entrata e da poche imprese che operano in modo indipendente, ma sono consapevoli le une delle altre.

Cos’è un cartello?

Se le imprese colludono, decidendo di produrre la quantità di monopolio, e ottengono in totale un profitto di monopolio (da spartirsi)che è maggiore del profitto che otterrebbero competendo, si dice che le imprese hanno formato un cartello.

Perché i cartelli a volte non si formano?

Come abbiamo visto in questo post, le imprese oligopoliste si trovano in una situazione di interdipendenza strategica.
Come nel dilemma del prigioniero, le imprese che appartengono ad un cartello possono avere un incentivo a “scartellare”, violando le regole del cartello, per ottenere maggiori profitti.

Questo post ti è stato utile?

0 / 5 4.73 Voti: 15

Your page rank:

Exit mobile version