La prima lezione di economia

In questo post parliamo della prima lezione di economia.

Mi spiego meglio: quasi tutti i manuali di economia del mondo parlano di questi argomenti nel loro capitolo introduttivo, quindi vale la pena di soffermarsi su questi concetti, che sono le fondamenta su cui costruire il castello della nostra conoscenza in ambito economico.

Prima lezione di economia: la scarsità

La scarsità è la madre dell’economia.
Senza scarsità, non ci sarebbe bisogno dell’economia.

Gli esseri umani hanno desideri potenzialmente illimitati, ma risorse limitate per soddisfarli.

Per produrre ciò che è necessario gli esseri umani usano:

  • Lavoro: le persone che possono lavorare sono in quantità limitata
  • Terra e materie prime: anche queste limitate
  • Capitale: comprende i beni strumentali a loro volta prodotti, limitati e dipendenti dalla tecnologia.

L’economia studia in che modo le persone producano in condizioni di scarsità (rispetto ai desideri potenzialmente infiniti) e le scelte delle persone in condizioni di scarsità.

L’ECONOMIA STUDIA LE SCELTE DELLE PERSONE IN CONDIZIONI DI SCARSITÀ

Individui ed imprese organizzano la propria quantità limitata di risorse in condizioni di scarsità, in modo da massimizzare il proprio benessere.

Pensa a tutte le cose che consumi quotidianamente: cibo, casa, vestiti, trasporti, assistenza medica, intrattenimento e tanto altro.

Come fai ad avere queste cose? Non le produci (salvo rare eccezioni). Le compri.
Come fai ad acquistarle? Le paghi con la ricchezza derivante dal tuo lavoro. Se non lavori, qualcun altro ha prodotto quella ricchezza per tuo conto.

Tuttavia molti di noi (potenzialmente tutti gli esseri umani)non possono permettersi tutto quello che desidererebbero, per via della scarsità.

La scarsità delle risorse ci porta alla prossima domanda, quella relativa ai trade-off.

LA PRIMA LEZIONE DI ECONOMIA

I trade-off (le scelte)

Trade-off” può essere tradotto come “scelta“.

Vista la scarsità delle risorse, tutte le società in tutti i tempi si trovano davanti a delle scelte, che possono essere riassunte in tre domande:

  • Cosa produrre?
  • Come produrlo?
  • A chi destinarlo?

Queste decisioni possono essere intraprese da un’autorità centrale (economia pianificata), oppure possono essere prese indipendente dagli individui che interagiscono tra essi (economia di mercato).

I TRADE-OFF (LE SCELTE)

Economia pianificata, economia di mercato ed economia mista

Se in un sistema, come uno stato, c’è un solo pianificatore centrale che decide cosa produrre, come produrlo e a chi destinarlo, si tratta di un’economia pianificata.

All’estremo opposto di una situazione del genere, c’è quella in cui lo stato non si occupa degli affari economici (svolge il minimo indispensabile)e tutte le transazioni vengono fatte liberamente dai privati nel mercato. Questo situazione è detta economia di mercato.

Un’economia mista è una via di mezzo tra le due (che è il sistema adottato dalla maggior parte dei paesi occidentali).

La Russia comunista (URRS)aveva deciso di affidare a un’autorità centrale la scelta di questi trade-off. Dopo la caduta del muro di Berlino, si narra che gli economisti russi chiedevano a quelli occidentali chi scegliesse quanto pane produrre e quanto venderne a ciascun panificio.

La domanda è talmente semplice da sembrare stupida, ma in realtà non lo è.
Pensate al mondo in cui avevano vissuto i russi fino a quel giorno. Il governo imponeva quanto pane produrre sulla base dei suoi calcoli, e di conseguenza gli impianti produttivi si attenevano alle norme imposte dall’autorità centrale (salvo contravvenire a quelle norme per creare un mercato nero).

Nell’economia “di mercato” i singoli individui decidono cosa produrre, come produrlo e a chi destinarlo.
Questa visione era anni luce distante da quella che la Russia aveva conosciuto fino all’apertura al mondo occidentale.

Potremmo scegliere di produrre ciascuno tutti i nostri prodotti e consumarli, oppure potremmo scegliere di produrre una parte dei prodotti che usiamo, e vendere il resto, in cambio di altre cose che ci servono, e che sono prodotte da qualcun altro.

In passato, l’essere umano provvedeva al suo sostentamento personalmente. Si costruiva la sua casa, cacciava il suo cibo, creava il proprio abbigliamento.
Oggi non sappiamo fare molte di queste cose, il motivo è che non è necessario per noi farlo.

Ognuno di noi si specializza in cosa vuole fare, in cosa gli riesce meglio, e in cambio ottiene un pagamento. Così facendo, in totale, tutti abbiamo qualcosa in più di quanto avremmo avuto con l’autoproduzione.

Il primo a formalizzare l’importanza e i benefici della divisione del lavoro è stato Adam Smith. Potere leggere di più in merito in questo post.

LA PRIMA LEZIONE DI ECONOMIA

I prezzi

I prezzi determinano le allocazioni; condizionano le decisioni riguardo a quali beni/servizi produrre, a come produrli e a chi destinarli.

I benefici di questo sistema sono evidenti. Se vuoi diventare uno scrittore non devi aprire una tipografia, costruire i macchinari per la stampa, procurarti l’inchiostro, comprare un furgone per distribuire il tuo libro, aprire le librerie in cui le persone possono recarsi ad acquistarlo.

Ci sono altre persone specializzare che fanno tutto questo per te, e in cambio chiedono un prezzo.

Modelli economici

Nella prima lezione di economia si parla anche dei modelli economici.

Per spiegare il modo in cui gli individui e le imprese allocano le risorse e in che modo si determinano i prezzi di mercato, gli economisti si servono di modelli.

La realtà è complessa, quindi i modelli sono necessariamente una semplificazione della realtà.

Inoltre, a differenza degli studiosi di scienze naturali, gli economisti incontrano una difficoltà ulteriore: i modelli economici non possono essere verificati in laboratorio.
È necessaria una prova empirica per verificare se un modello economico effettivamente funzioni.

La natura umana è variegata. Non tutti i comportamenti umani possono essere spiegati attraverso modelli economici.

Tuttavia gli economisti possono basarsi su certi punti chiave per formulare i propri modelli, ritenuti condivisi.
Ad esempio, se ci sono 100€ per terra, è ragionevole aspettarsi che non rimangano lì per molto.

Questioni positive e questioni normative

La prima lezione di economia tratta sempre delle questioni positive e delle questioni normative.

I modelli economici si concentrano su questioni positive (non su questioni normative).

Le questioni normative riguardano ciò che una persona ritiene debba accadere.
Le questioni positive riguardano ciò che accade.

Una persona può pensare che sia giusto imporre un limite al prezzo del pane, in modo che tutti abbiano pane ad un prezzo ragionevole (questione normativa), tuttavia l’imposizione di un prezzo massimo per il pane porterà ad un accesso di domanda persistente (questione positiva).

Infografica sulla prima lezione di economia

Prima lezione di economia infografica

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