I principi alla base del governo delle imprese sono il principio di economicità e quello di contemperamento degli interessi (o socialità).
Affinché le imprese possano risultare durature e aspirare al raggiungimento dei loro fini istituzionali, il processo decisionale deve svolgersi nel rispetto di questi due fondamentali principi di governo.
Se dovessimo spiegare questi due principi in poche parole, potremmo dire che il principio di economicità consiste nel riuscire a coprire i costi con i ricavi, e che il principio di socialità consiste nel creare coesione e nel soddisfare i bisogni e le aspettative di tutti coloro che contribuiscono all’attività d’impresa.
I PRINCIPI DI BASE PER IL GOVERNO DELLE IMPRESE
Principio di economicità: la natura economica dell’impresa
Il rispetto del principio di economicità permette all’impresa di poter durare nel tempo senza dover ricorrere al sostegno continuo da parte di altri soggetti.
In particolare, l’impresa deve ricercare costantemente:
- l’equilibrio reddituale (ricavi e costi), che può essere valutato con riguardo sia all’impresa nel suo complesso che a ogni sua particolare articolazione
- l’equilibrio monetario, che è presidiato con la gestione finanziaria, per risolvere le possibili tensioni temporanee generate dall’asincronia tra entrate e uscite
- Un livello accettabile di efficienza e di flessibilità dei processi produttivi
- La congruità dei prezzi dei fattori di produzione acquisiti e dei prodotti venduti.
L’economicità delle imprese viene valutata attraverso l’analisi dei valori aziendali riferiti a un determinato e significativo intervallo temporale, detto esercizio.
L’attività di determinazione degli obiettivi economici e di monitoraggio del raggiungimento effettivo dei risultati viene infine svolta attraverso i sistemi di programmazione e controllo di gestione.
I PRINCIPI DI BASE PER IL GOVERNO DELLE IMPRESE
Principio di socialità
In economia aziendale, il fine generale degli istituti economici è tipicamente il soddisfacimento dei bisogni umani.
Di quali umani? Delle persone che hanno costruito l’impresa, delle persone che vi partecipano e che nutrono interessi legittimi nelle attività che essa conduce (i cosiddetti stakeholders).
Si veda in merito la definizione di azienda di Gino Zappa.
Secondo il principio di socialità, l’impresa deve tenere conto degli interessi dei suoi stakeholder, in particolare di quelli primari, e soddisfarli.
Gli stakeholder possono essere diversi, e avere interessi diversi relativamente all’impresa. Giusto per fare alcuni esempi, tra gli stakeholders ci sono gli azionisti (che hanno interesse affinché il valore delle loro azioni aumenti, e a ricevere dividendi), ma ci sono anche gli istituti di credito (le banche che finanziano l’impresa e che hanno interesse a riscuotere i loro crediti e gli interessi relativi), ci sono anche i lavoratori (che hanno interesse a ricevere i salari/stipendi, oltre che a condizioni di lavoro dignitose e a possibilità di carriera), e così via.
Rispettare il principio del contemperamento degli interessi (cioè il principio di socialità)è un compito assai impegnativo per il soggetto economico, poiché implica la ricerca costante di un equilibrio difficile e dinamico fra i diversi attori coinvolti.
In alcuni casi, infatti, gli interessi in gioco possono risultare contrapposti, o agli antipodi. Pertanto chi governa l’impresa deve avere anche la capacità di amministrare le tensioni o di ricomporre a unità possibili conflitti tra i diversi stakeholder.
Puoi trovare altre risorse relative all’economia aziendale nella pagina dedicata.